Il volo scudetto, la Roma vive due volte per arrivare a meno 1

In 3 minuti i giallorossi avanti di due gol, ma nella ripresa il Genoa pareggia in un lampo. Ci vuole un rigore per continuare a sognare

Il volo scudetto, la Roma vive due volte per arrivare a meno 1

da Roma

Un brivido corre lungo la schiena di Spalletti e dei tifosi della Roma quando il Genoa rimonta due reti nel giro di 40 secondi. Ma ecco che, in un pomeriggio fattosi di colpo difficile, arriva il rigore salvifico di Daniele De Rossi. Capitan Totti, seduto in tribuna e già out anche per Manchester (come confermerà Spalletti che spera di recuperarlo per Udine), preferisce non guardare. Il tecnico dalla panchina ci butta un occhio quasi distrattamente. La precisa trasformazione del centrocampista ricorda tanto quella della serata mondiale di Berlino (stessa freddezza e stesso angolo), un po’ meno quella all’Inter nella finale di Supercoppa. E nell’ottica di una rincorsa scudetto, ha un valore molto simile. Così come ha un grande valore la corsa di De Rossi verso la panchina (il primo abbraccio è per il romano Curci) e quella finale verso la curva Sud, una sorta di abbraccio ideale al pubblico che sostiene la squadra anche nei momenti più complicati.
Roma a meno 1 per una notte, tanto per regalare un sonno poco tranquillo a Mancini e alla sua Inter, mai così vicina ai giallorossi in questa stagione. La squadra di Spalletti conquista la dodicesima vittoria consecutiva in casa e oggi si siederà in poltrona per seguire la partita dei nerazzurri a Bergamo. «Ci credevamo quando eravamo a -9 dopo lo scontro diretto, figuriamoci adesso – sottolinea l’eroe della partita -. Noi dobbiamo vincere sempre e poi aspettare i loro risultati, hanno impegni difficili come noi del resto. Questo nostro inseguimento dura da due anni e ora li sentiamo a un passo».
Spalletti voleva una risposta «feroce» dopo la sconfitta con il Manchester. E nonostante le assenze, oltre che una squadra inedita proposta da Spalletti (Perrotta ritorna titolare come centrocampista centrale dopo una vita), la Roma mostra carattere, ma anche fatica e in alcuni momenti anche debolezza. Sembrava tutto facile dopo il doppio vantaggio maturato in appena diciotto minuti, grazie a un rimpallo che favorisce Taddei e un gol da cineteca di Vucinic («sicuramente il più bello della mia carriera», sottolinea il montenegrino). Poi molla gli ormeggi, lasciando l’iniziativa a un Genoa bravo nel palleggio e abile nel gioco in velocità. I liguri, che perdono Danilo (sospetta distorsione al ginocchio, ma il medico ha già rassicurato il giocatore e il tecnico) ma guadagnano Leon, dopo aver avanzato sempre più il baricentro, confezionano l’uno-due con Fabiano e lo stesso Leon in quaranta secondi e mettono paura ai giallorossi. Solo allora si rivede una Roma determinata a centrare la vittoria finale, con il rigore (netto il fallo di Borriello su Taddei, come riconoscerà alla fine lo stesso attaccante azzurro). Ma nel dopopartita il tecnico del Genoa Gasperini, espulso nel finale, è furioso: «Dopo il 2-2 sono successe cose gravi e non mi riferisco al rigore. Tanti piccoli episodi, l’arbitro non ci ha fatto più giocare».
«Era nervoso anche all’andata – dice Spalletti che ha avuto un battibecco con il collega durante la ripresa – ma credo che il risultato sia meritato. È stata una vittoria ottenuta con il cuore, dopo il 2-0 abbiamo sbagliato cose banalissime e loro hanno ripreso coraggio. L’Inter a -1? Non mi interessa parlarne, dico solo bravi ai miei giocatori per il successo». Targato De Rossi che nell’appendice fa un altro regalo, stavolta alla dirigenza giallorossa.

«Il possibile arrivo degli americani? Io mi tengo i miei dirigenti, poi si accetta tutto e speriamo che la Roma sia sempre più competitiva. Comunque sia, il nuovo contratto lo firmerò con i Sensi, con Pradè e Bruno Conti».

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