Andrea Tornielli
da Roma
Sono giorni difficili quelli che sta vivendo la Conferenza episcopale italiana: nel giro di poche ore il suo segretario generale, il vescovo Giuseppe Betori, lorganizzatore e «regista» dellormai prossimo convegno ecclesiale di Verona è stato operato per un aneurisma al cervello che lo costringerà a vari mesi di convalescenza. Mentre venerdì scorso, nello stesso giorno dellintervento subito da Betori, moriva improvvisamente, a causa delle rottura dellaorta, il giovane arcivescovo di Monreale Cataldo Naro, che del comitato preparatorio del convegno di Verona era vicepresidente.
Con limprovvisa scomparsa del prelato siciliano esce di scena una delle figure emergenti della Chiesa italiana: il nome di Naro era stato fatto per la successione al cardinale di Palermo Salvatore De Giorgi, ma anche per uneventuale staffetta con lo stesso Betori, alla segreteria generale della Conferenza episcopale. Inoltre con il temporaneo, ma non breve, allontanamento del vice di Ruini, suo principale e fidato collaboratore, viene almeno per il momento congelata una sua possibile candidatura alla presidenza dei vescovi italiani. In un comunicato diffuso dalla Cei, si conferma che Betori «è ricoverato da alcuni giorni presso il Policlinico Gemelli dove venerdì scorso è stato sottoposto a un intervento di chirurgia elettiva per un aneurisma cerebrale». Le pericolose dilatazioni alle vene cerebrali sono state riscontrate del tutto casualmente, durante un controllo al quale il vescovo, nato a Foligno 59 anni fa, si era sottoposto a causa di un fastidioso fischio allorecchio. Le notizie sono comunque rassicuranti: lintervento, «perfettamente riuscito», è stato eseguito dal professor Giulio Maira, direttore dellIstituto di neurochirurgia del Gemelli.
Si tratta però di interventi che prevedono un lungo decorso post-operatorio. Per questo non si prevede che monsignor Betori possa riprendere in pieno il suo impegnativo lavoro prima di qualche mese. Le sue funzioni, alla segreteria generale della Cei, sono state temporaneamente assunte dal sottosegretario con la maggiore anzianità, monsignor Piergiuseppe Vacchelli, che fino ad oggi si è occupato agli aiuti alle Chiese più povere.
Sullo sfondo di queste vicende cè il problema della successione al cardinale Camillo Ruini. Lo scorso febbraio, come si ricorderà, il nunzio presso lItalia, su input dellallora Segretario di Stato Angelo Sodano, aveva promosso uninedita consultazione generale tra i vescovi chiedendo loro di indicare un nome per la presidenza della Conferenza episcopale. La notizia delliniziativa, non gradita da Ruini e della quale non era stato debitamente informato lo stesso Pontefice, aveva provocato unimmediata riconferma da parte di Benedetto XVI, che aveva deciso di mantenere lattuale presidente della Cei nellincarico «donec aliter provideatur» (cioè fino a nuovo ordine). Il cambio si sarebbe dovuto verificare nei mesi successivi al grande convegno ecclesiale di Verona, che culminerà il prossimo 19 ottobre con la visita di Papa Ratzinger.
Da quanto si apprende, dalla consultazione dei vescovi i due candidati più votati sono stati larcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi (57 suffragi) e il patriarca di Venezia Angelo Scola (51 suffragi). Se il Papa dovesse tener conto di questa indicazione, la scelta potrebbe cadere su uno di questi due, che guiderebbe la Cei rimanendo nella propria diocesi.
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