Primi controlli, prime grandi sorprese. Non è ancora lora dei ricorsi e delle verifiche a tappeto, eppure il voto delle regionali è già cambiato. Nessun dubbio sulla vittoria di Claudio Burlando. E molto probabilmente neppure grandi cambiamenti nellassegnazione dei seggi ai partiti. Ma sulle preferenze, cioè sul nome degli eletti, la battaglia potrebbe essere aperta. Le due liste civiche dei presidenti, «Noi con Burlando» e «Per Biasotti presidente» hanno ingenerato molti errori degli elettori. Ma cè il rischio che anche gli scrutatori e i rappresentanti di lista nei vari seggi abbiano finito per non seguire ununiformità di giudizio su episodi identici. Dubbi bipartisan, che potrebbero risultare decisivi ad esempio per lelezione o lesclusione di Gianni Crivello (in corsa con la «civica» di Biasotti ma molto votato sotto il simbolo del Pd o di altri partiti di sinistra) e di Gianni Plinio, al momento il primo degli esclusi del Pdl con 327 voti di distacco da Franco Rocca. Un distacco che ieri si è già ridotto, prima ancora che la questione possa essere affrontata dal Tar in un eventuale ricorso. La commissione elettorale che alla Foce sta riesaminando i verbali arrivati da tutti i seggi, confrontando la correttezza delle operazioni e delle somme, giudicando i voti contestati, ha preso in mano tutte le schede formalmente non ancora assegnate. Quelle cioè che i presidenti di seggio non hanno voluto considerare valide ma neppure sicuramente nulle. Nella sola città di genova, per il Pdl, si tratta di 65 schede. Di queste, 25 sono state immediatamente riconosciute valide a Plinio. Più di una su tre di quelle dubbie per lintero partito. Senza contare che magari sulla base di uno stesso «problema» riscontrato nei seggi moltre altre schede sono state invece giudicate subito nulle e quindi per ora non controllabili.
Altro dubbio che dovrà fugare in queste operazioni di verifica la commissione, è quello relativo al doppio invio di verbali. Cosa che potrebbe aver portato a sommare due volte lo stesso numero di preferenze, a vantaggio dei candidati che in quelle sezioni hanno preso più voti. Infine cè laspetto dei possibili consensi assegnati non correttamente per la confusione delle liste dei presidenti. La legge è chiarissima nello stabilire che se il nome di un candidato è scritto accanto al partito sbagliato, il voto è valido solo per la lista, ma non per il candidato. Cioè se accanto al simbolo della lista Biasotti o della lista Burlando è stato segnato il nome di chi era in lista nel Pdl o nel Pd (o viceversa), il partito non perde il voto, il candidato consigliere sì.
Su «radio-seggi» rimbalza sempre più insistente la notizia che, sulla base della regola che nel dubbio invita a tener conto della volontà dellelettore, in qualche seggio si sia data per buona una preferenza che la legge chiaramente annulla. «Su questo sono pronto ad andare fino in fondo - spiega Gianni Crivello - Se a qualche candidato è stato riconosciuto valido un voto espresso su una lista sbagliata, questo dovrà valere anche per me che in questo modo ho perso moltissimi consensi». Questioni che però potranno essere riviste solo dal Tar, che su ricorso di singoli candidati, potrebbe decidere di controllare un buon numero di seggi a campione e rivedere le 18mila schede nulle della provincia di Genova. Un nuovo scrutinio che potrebbe riservare sorprese, vista lincredibile percentuale di errori già riscontrata alla prima prova meno approfondita.
A conferma dei molti errori avvenuti cè la storia di un candidato di «Gente dItalia». Angelo Traverso, portofinese doc, non si sarebbe neppure accorto di nulla se nel rileggere i risultati non avesse visto che a Portofino non ha raccolto neppure una preferenza. «Io mi sono votato, passi per molti altri voti di cui sono certo, ma il mio non poteva mancare - racconta - Ho chiesto in Comune e mi hanno confermato che avevo effettivamente ottenuto 13 preferenze. Cera stato un errore e i voti erano stati trascritti a un altro. Anche nel seggio di Uscio non ho preferenze, dove pure ho motivo di essere certo di almeno un voto.
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