VUVUZELA

In lingua isizulu, una delle undici parlate in Sud Africa, Jabulani significa «festeggiare». C’è tuttavia poco da fare salti di gioia con questo pallone dal nome particolarissimo che sembra stregare i portieri e che rischia di farla da protagonista in una inedita serie di «paperissima». In cronaca errori da principianti da parte degli emuli di Yascin e Zoff. Clamoroso quello di Green che ha permesso agli Stati Uniti di strappare il pareggio all’Inghilterra. I tabloid di casa sua, che sul linguaggio non fanno sconti a nessuno, l’hanno letteralmente lapidato. «Come hai fatto?», gli hanno chiesto i colleghi d’oltremanica. Il Mail on Sunday è andato giù durissimo e, oltre a sparare in prima pagina un chiarissimo «Calamity», se l’è presa con Capello per aver scelto il numero uno del Portsmouth, già disastroso nell’amichevole con il Messico, invece del vecchio James o del giovane Hart. «Why Fabio?», la denuncia del columnist Piers Morgan che ripete per sette volte «why?». A sua volta il Sunday Star ha puntato l’attenzione, con una buona dose di perfidia, sull’ingaggio milionario di Capello: «Ci aspettiamo altro dal ct più pagato del mondo». Il Sunday Mirror ha contrapposto alla «Hand of God» la «Hand of Clod», passando dalla «Mano di Dio» di Maradona alla «Mano dello Stupido» del povero Green.
Per i colleghi britannici la papera di Green è seconda solo a quella del collega Seaman che, nel mondiale nippo-coreano del 2002, si fece superare da una punizione di Ronaldinho da oltre 40 metri con il pallone che prima colpisce la traversa, poi rimbalza sul corpo del portiere inglese e infine chiude la corsa in porta.
Nel ciclone mediatico non è finito solo Green. Cosa dire infatti del papocchio di Chaouchi? Il portiere dell’Algeria s’è fatto passare sotto le mani una blanda conclusione dal limite di Koren e ha regalato la vittoria alla Slovenia. E ancora. In Serbia-Ghana è mancato pochissimo che il portiere africano Kingson si facesse bruciare da un tiro di Stankovic.
Ma non è tutta colpa di questa sfera – fatta di elastomeri, acetati e poliuretani, ah quanta nostalgia per il vecchio cuoio – se le cronache del mondiale sudafricano collezionano errori colossali dei portieri. Via, siamo seri. Green ha sbagliato di suo, e così Chaouchi. L’inglese ha commesso un vero e proprio errore tecnico andando sul pallone soltanto con le mani invece di proteggerne la traiettoria con il corpo. L’algerino, sbagliando completamente il tempo dell’intervento, ha mancato l’impatto con la maledetta sfera di plastica. Casomai si può imputare a Jabulani la rete subita dal portiere francese Lloris, considerato uno dei migliori in assoluto, sulla punizione battuta dal cinese Deng in un’amichevole premondiale.

In questo caso il pallone ha effettivamente cambiato traiettoria. Negli altri casi la responsabilità è solo di chi stava in porta. La verità è un’altra: il ruolo è in crisi, in circolazione non ci sono emuli di Yascin e Zoff. Che Jabulani non faccia la macumba al nostro Buffon.

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