Wall Street affonda l’Europa Telecom e Fiat in caduta

L’ex monopolista sotto i 2 euro, ai minimi dal 2003. Il Lingotto perde un altro 4,7%

da Milano

Gli Stati Uniti starnutiscono e l’Europa, come sempre, si ammala. Ieri, per i mercati del Vecchio Continente in preda alla sindrome americana, è stata un’altra giornata da dimenticare. E anche quella di oggi potrebbe riservare sorprese poco piacevoli.
In una unica seduta le borse europee hanno perso 265 miliardi di capitalizzazione. Londra ha perso il 3,15%, Francoforte il 2,39%, Parigi il 2,78%, Zurigo il 2,42%, Madrid il 2,66% e Milano il 2,05 per cento. Ancora una volta, sull’Europa si è diffusa l’onda lunga della paura americana, dove Wall Street ha pagato il rallentamento del mercato immobiliare e il timore per i mutui «subprime» concessi a persone che già avevano avuto problemi di solvibilità e, adesso, si trovano di nuovo in difficoltà a ripagare i prestiti. Oggi gli occhi degli operatori e degli investitori internazionali saranno di nuovo puntati sugli Stati Uniti, dove verranno rese note le stime sul Pil e i consumi nel secondo trimestre, insieme all’indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan.
Ieri le vendite hanno risparmiato pochi titoli sul listino milanese. A guidare i ribassi sono stati due big player come Telecom Italia e Fiat. La compagnia telefonica, di cui è passato di mano l’1,6% del capitale, ha subito una flessione del 2,95% portandosi, per la prima volta dal 21 marzo 2003, sotto i due euro per azione: 1,97 euro. Su Telecom ha influito la dinamica negativa del settore europeo, con l’indice di riferimento in calo del 2,55 per cento.
La vera sorpresa negativa è stata Fiat. Dopo il tonfo del 4% dell’altro giorno, quando il mercato ha mostrato di considerare conclusa la fase di super-apprezzamento del titolo collegata al turn-around di Sergio Marchionne, il Lingotto è stato ieri protagonista di un altro scivolone: ha lasciato sul terreno il 4,68% chiudendo a 21 euro. In qualche modo sul gruppo torinese, che ieri ha proseguito nell’annunciato programma di riacquisto di azioni proprie, può avere contato l’abbassamento del giudizio di Ubs da buy a neutral.
In una seduta segnata da vendite generalizzate, sono finiti particolarmente sotto pressione i finanziari con Unicredit a -2,82%, Mediobanca a -2,72%, Assicurazioni Generali a -3,09% e Capitalia -2,75%.

In controtendenza Intesa Sanpaolo. Il mercato ha mostrato apprezzamento per l’acquisizione di Banca Cr Firenze anche se il titolo, dopo essere stato in rialzo per tutta la giornata, alla fine ha fatto segnare un ribasso dello 0,41 per cento.

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