Milano - Altra giornata difficilissima in tutte le Borse mondiali, anche se in serata da Wall Street arriva il recupero. Comincia l'Asia e comincia male. Specialmente il Nikkei che a Tokyo fa segnare il peggior calo dal 1987 e, dopo aver passato minuti caldissimi a -10%, chiude con un -9,6% che la dice lunga sulla durata della crisi della finanza mondiale. Prosegue l'Europa e prosegue peggio. Le Piazze europee affondano di oltre l’8% ai primi scambi. Gli sforzi delle autorità mondiali non sembrano in grado di disperdere i timori di una recessione globale innescata dalla crisi finanziaria. La seduta si chiude con quasi 400 miliardi di capitalizzazione (396 miliardi per la precisione) in fumo. A tanto ammonta il conto pagato dai listini del Vecchio Continente nel giorno in cui l’indice paneuropeo, Dj Stoxx 600, è precipitato del 7,6% per cento. Il saldo negativo della settimana nera ammonta quindi a una flessione complessiva del 22 per cento, la peggiore dalla crisi di ventuno anni fa.
Wall Street in difficoltà poi recupera E anche Wall Street apre malissimo. Indici in netto calo in apertura a New York: il Dow Jones cede l'8% nei primi dieci minuti di contrattazioni, scendendo sotto gli 8mila punti. Il Dow Jones cambia rotta nettamente e torna in positivo a +0,40%. Ma dopo il discorso di Bush torna nuovamente in terreno fortemente negativo tanto da perdere oltre il 4%. Poi l'inversione di tendenza: Wall Street ha praticamente azzerato le perdite chiudendo con il Dow Jones a 8542,31 punti, in calo di 41,90 punti, lo 0,4% circa. La seduta è stata decisamente altalenante. In apertura il Dow Jones perdeva fino all'8%, passando per la prima volta dal 2003 sotto gli 8mila punti, e poi azzerava le perdite per poi calare di nuovo, anche di oltre il 6%.
L'Europa pesante Nel pomeriggio gli indici europei aumentano le perdite dopo i dati pessimi della pre-apertura a Wall Street. Parigi e Francoforte sono tra le peggiori Borse europee con un calo rispettivamente dell’8,99% e del 9,43%. Londra cede l’8,27%. Milano scende a -6,3%. I titoli peggiori sono i bancari. Piazza Affari era risalita dai minimi della seduta solo dopo la decisione della Consob di estendere a tutti i titoli del listino il divieto di vendere allo scoperto. Con Wall Street in altalena, le Borse europee si adeguano. Appesantite dai cali di New York le Piazze europee chiudono a picco una settimana nera. La peggiore del Vecchio Continente è Madrid, dove l’Ibex35 ha chiuso in picchiata a -9,14%, seguita da Londra, con il Ftse100 che ha perso l’8,85%. Crollano il Cac40 di Parigi, in ribasso del 7,73%, il Dax di Francoforte (-7,01%). Peggio ha fatto l’Smi di Zurigo (-7,79%). Il Mibtel cede il 6,54% e lo S&P/Mib il 7,14%.
Settimana nera La Borsa chiude con un nuovo, pesantissimo ribasso, una settimana di record negativi: l’indice Mibtel, che oggi ha perso un ulteriore 6,54% a 15.438 punti, è tornato indietro del 21,2% rispetto a venerdì scorso. Le vendite non hanno colpito soltanto i titoli finanziari ma l’intero listino, e non è bastata, a metà seduta, la decisione della Consob di estendere a tutte le azioni il divieto di vendite allo scoperto: il recupero è stato solo momentaneo. Anche l’avvio moderatamente debole di Wall Street ha ridato fiato ai listini europei solo per un tempo limitato, fino a quando anche a New York sono tornate decisamente a prevalere le vendite. Tutti i provvedimenti adottati finora da governi, banche centrali e autorità di controllo non sono stati sufficienti a frenare l’ondata di vendite che da giorni si abbatte sui mercati azionari, che quindi accolgono con sollievo la pausa del week end.
Stop della Consob La Consob ha vietato tutte le vendite allo scoperto sui titoli italiani in borsa, dopo che il primo ottobre le aveva già messe al bando sui titoli bancari e gli assicurativi. È quanto si apprende da un comunicato della commissione. Il provvedimento "ha efficacia a partire dalle ore 14 di oggi e fino alle ore 24 del 31 ottobre prossimo". Lo si legge in una nota.
Berlusconi: "Vertice europeo" "È possibile che domenica ci sarà una riunione dei leader dell’Unione Europea a Parigi" per fare il punto sulla crisi dei mercati internazionali. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri a Napoli, ribadendo che "non si esclude una riunione del G8 nei prossimi giorni". Poi il premier parla dei nostri istituti di credito: "Abbiamo il sistema bancario più solido d’Europa". Il Cavaliere nega che sia in atto una recessione: "Non siamo in un momento di grande sviluppo, ma non siamo a oggi nemmeno in recessione". Il presidente del Consiglio dispensa ottimismo: "Sul piano finanziario non vedo motivi di preoccupazione, mantegno un'intima serenità sulla situazione. Ciò che sta succedendo negli altri Paesi probabilmente interferirà anche con noi. Se i mercati di Francia e Germania dovessero subire diminuzioni dei consumi è chiaro che subiremo anche noi una diminuzione delle esportazioni dei nostri prodotti su quei mercati. Qualche conseguenza sull’economia reale la potremo subire anche noi, ma sul piano finanziario non vedo motivi di preoccupazione". Vede però "una crisi nuova che non si può risolvere con metodi vecchi" e bisogna "vedere se possiamo ipotizzare misure che siano coordinate fra tutti e che possano dare sollievo a situazione che continua a essere pesante. Si parla di una nuova Bretton Woods per scrivere nuove regole e di sospendere i mercati per il tempo necessario per scrivere queste nuove regole, ma è solo un'ipotesi". Poi Berlusconi torna a consigliare l'acquisto di azioni Eni ed Enel "perché le azioni con quei rendimenti dovranno ritornare al loro vero valore". Le Borse sono un mercato "in preda al panico e alla follia - continua , ma noi dobbiamo essere più forti".
Napolitano: "No allarmismi" "Tutti devono avvertire la responsabilità di non alimentare l'allarmismo" ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando della crisi finanziaria internazionale e richiamando anche il dovere degli operatori dell’informazione a rappresentare con senso di misura una situazione "pesante che presenta rischi per tutti, anche per l’Italia". Quindi il presidente parla degli istituti di credito: "Si devono stabilire delle regole di comportamento, anche di comportamento etico, all’interno delle istituzioni di governo dell’economia. Pensiamo alle banche, al sistema creditizio" dice in una intervista rilasciata a L’Osservatore Romano, a Radio Vaticana e al Centro televisivo vaticano.
La corsa ai Bot Il Tesoro comunica che, "date le attuali circostanze di mercato e al fine di accogliere la domanda aggiuntiva dei risparmiatori italiani per i titoli di Stato emersa nelle ultime giornate, il quantitativo offerto oggi in asta del Bot 3 mesi (scadenza 15/01/2009) viene innalzato da 4mila a 6mila milioni di euro". Ma il rendimento lordo a 12 mesi scende di 1,2 punti percentuali: al 3,062%.
Asia in ginocchio L’indice della Borsa di Tokyo è crollato del 9,6% riportando la perdita giornaliera più accentuata dal 1987 sulla paura crescente di una recessione mondiale innescata dalla crisi finanziaria. Depresso dalla pesante flessione di Wall Street, il mercato è stato ulteriormente scosso dalla notizia del fallimento di Yamato Life Insurance, assicurazione non quotata di medie dimensioni, costretta alla bancarotta da perdite su titoli in portafoglio. L’indice Nikkei ha perso 881,06 punti arrivando a quota 8.276,43, minimo di chiusura dal maggio 2003, dopo aver ceduto fino a 1.000 punti durante la seduta. E il panico si diffuso in tutte le altre Borse asiatiche. La Borsa di Sydney ha chiuso la sessione odierna con una pesante perdita, l’8,34%.
Il presidente della Borsa di Giacarta ha dichiarato che le contrattazioni sono sospese a tempo indeterminato "per evitare il panico" dopo il nuovo crollo di Wall Street. A Hong Kong l’indice Hang Seng segna un ribasso del 7,95%. Male anche il Kospi di Seul (-4,13%) e il Set della borsa Thailandese (-8,02%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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