Wall Street si riprende, l’Europa limita i danni

Bernanke aiuta la Borsa Usa: «Economia destinata a rafforzarsi. I mercati non hanno problemi di liquidità»

da Milano

Il crollo di martedì, quando gli indici si erano avvitati in una spirale ribassista costata 700 miliardi di euro in termini di capitalizzazione, ieri non si è ripetuto. E questa è già una buona notizia. Ma nelle Borse internazionali non è tornato ancora il sereno, a conferma di quanto sia difficile metabolizzare una giornata nera, nonostante le parole di ottimismo spese dal presidente della Federal reserve, Ben Bernanke, sulle prospettive dell’economia Usa. Risuonate piuttosto dissonanti rispetto ai timori recessivi manifestati qualche giorno fa dal suo predecessore, Alan Greenspan.
Così, lo score degli indici fotografa una situazione ancora fluida, suscettibile di nuovo aggiustamenti in un senso o nell’altro. Shanghai (più 3,94%) ha recuperato solo in parte lo scivolone della seduta precedente, mentre Tokio ha lasciato sul terreno il 2,85% e Hong Kong il 2,28%. L’Europa ha accusato perdite superiori all’1% (a parte Milano, dove il Mibtel ha ceduto lo 0,94% tra scambi record per 9,7 miliardi di euro), con leggeri recuperi nel finale grazie alla buona intonazione di Wall Street. Ma anche lo slancio della Borsa americana si è affievolito con il passare delle ore, fino al più 0,39% con cui il Dow Jones ha archiviato la seduta e all’ancor più leggero rialzo del Nasdaq (più 0,32%).
Certo nulla a che vedere con la giornata thriller di martedì, con quel black monday così preoccupante da indurre George W. Bush - come ha rivelato ieri il portavoce della Casa Bianca - ad alzare il telefono per chiedere ad «Hank», ovvero al segretario al Tesoro Harry Paulson, spiegazioni su quanto stava accadendo. Senza dubbio, anche se privo di una vera analisi sul calo delle Borse («non è stato causato da un unico fattore»), l’intervento di Bernanke è stato tempestivo e di conforto per gli investitori. Anche perché qualche ora prima, la revisione del Pil del quarto trimestre (dal 3,5% preliminare al 2,2%) aveva rinfocolato i dubbi sulla tenuta dell’economia Usa. «Ci sono elementi ragionevoli - ha invece detto il numero uno della Fed davanti alla commissione bilancio della Camera - perché l’economia si rafforzi. Il livello dei tassi rimane basso a livello globale e non vedo problemi di liquidità nei mercati». Bernanke, oltre ad affermare che la Fed «segue attentamente» la situazione dei mercati», ha anche indicato nella maggior stabilità raggiunta dal mercato immobiliare (le vendite di nuove case sono tuttavia calate in gennaio del 16,6%) come la molla in grado di spingere le famiglie ad aumentare il risparmio. Quanto al problema del deficit federale, «richiede scelte difficili» ma da attuare in modo da evitare un «serio indebolimento dell’economia».
Resta ora da vedere come si comporteranno i mercati nell’ultima seduta della settimana. Non è da escludere che ulteriori turbolenze si possano ancora verificare per qualche settimana.

Un ruolo centrale nella correzione di eventuali eccessi potrebbe comunque essere recitato dalle banche centrali, che nell’ambito del processo di diversificazione delle riserve valutarie hanno anche investito sui mercati azionari.

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