Quando si parla di tv di ieri e di oggi, il suo nome è legato a una sorta di mantra: «La tv di Walter Chiari - si dice - e di Studio Uno, quella sì che era di qualità». Sottinteso: non quella di oggi, quella dei «gobbi» spudoratamente letti nell'angolo dello schermo da pseudo-comici. Insomma, il pubblico televisivo ha per lo più perso le papille gustative, ma quando si ritrova di fronte ai filmati d'archivio di programmi come Da Da Da, per fare un esempio, è come se tornasse alle sempre citate madeleine di Proust. C'era un tempo e c'era un mondo, e in quel tempo e in quel mondo c'era Walter Chiari. Uno che nella sua carriera ha fatto tv e cinema, e in quest'ultimo - che forse ha amato meno della prima - ha lavorato al fianco di nomi come Vittorio Gassman e Aroldo Tieri, Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi, Vittorio De Sica e Luchino Visconti. Interpretando film di serie A e di serie B, ma sempre portandosi appresso quella faccia e quel talento. Oggi Iris - canale della piattaforma digitale terrestre Mediaset Premium - torna a puntare i riflettori su Walter Chiari, a vent'anni dall'ultimo suo film (Tracce di vita amorosa di Peter Del Monte, 1990) e a diciannove dalla sua morte, avvenuta il 20 dicembre 1991. Da lunedì, infatti, va in onda Il cinema ritrovato: Tatti Chiari amicizia lunga, una carrellata lunga quasi un mese (fino al 22 ottobre, ore 15) fatta di quindici film interpretati da Walter Chiari, puntualmente introdotti da un prologo di otto minuti nel quale il critico cinematografico, e grande amico dell'attore, Tatti Sanguineti racconta aneddoti, curiosità e chicche sulla vita di Chiari. Tra i film in agenda, titoli come Il sogno di Zorro, È l'amore che mi rovina e O.k. Nerone, tutti diretti da Mario Soldati, Gli eroi del West e I Magnifici Tre recitati con Vianello e Tognazzi, e Io, io, io... e gli altri di Alessandro Blasetti. E così dalla bocca del critico, oggi sodale del Pierino nazionale in Chiambretti Night, affiora un Walter Chiari non sempre noto, e comunque sempre affascinante. Il Walter Chiari che non amava troppo il cinema, al quale preferiva la tv: «Diceva sempre che il cinema non faceva per lui - spiega Tatti Sanguineti - Era un lamento istintivo, ma che aveva una sua ragione: Walter temeva sopra tutto la noia, e i tempi morti del cinema, dalle prove luci al trucco, erano per lui letali. Semplicemente, Walter non prendeva sul serio il cinema, gli preferiva senza dubbio il varietà». Chiari e le donne (tra le sue conquiste Ava Gardner, Mina, Maria Gabriella di Savoia), Chiari e gli eccessi, Chiari e le rivalità coi colleghi: anche questi lati del grande attore emergeranno dai prologhi firmati da Tatti Sanguineti. «Lo conobbi nel 1983 - conclude il critico -. Lui era sul viale del tramonto, ma mi cambiò la vita».
E se si chiede all'amico che fu se si sente, talvolta, osservato da Walter, Sanguineti risponde: «Io sono un ligure che non crede nemmeno alla focaccia e al pan bagnato. Non credo, e quindi so di averlo definitivamente perso. E questo mi provoca rabbia».Il Walter Chiari segreto raccontato da Sanguineti
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