
Huawei continua a investire nel formato open-fit e con le nuove FreeBuds 6 prova a rilanciare una categoria che evita i fastidiosi gommini che possono dare fastidio a qualcuno, risultando scomodi specie se si indossano in periodi come l’estate calda che stiamo vivendo.
Con FreeBuds 6 mantiene lo stile di design che abbiamo visto nella generazione precedente e introduce alcune novità tecniche, migliorando ma restando comunque un passo indietro rispetto ad altre soluzioni per la cancellazione del rumore.
Audio convincente, soprattutto in ambienti tranquilli
Il vero salto qualitativo rispetto ai modelli precedenti è nell’audio. Le FreeBuds 6 sono i primi auricolari open-fit di Huawei a montare un doppio driver per veicolare il suono: il primo è da 11 mm per gestire le basse frequenze, il secondo si occupa delle frequenze più alte.
Il risultato è un piacevole se consideriamo che parliamo di due “fagiolini” minuscoli: siamo lontani dal mondo degli audiofili, ma lo sono tutte le cuffiette “true wireless”, però i bassi sono presenti, i medi puliti e gli alti non distorcono neanche ai volumi più sostenuti.

Il supporto al codec L2HC 4.0 è purtroppo disponibile solo se si utilizzano dispositivi Huawei con EMUI 13 o superiore, e questo limita il campo visto che è difficile ormai acquistare uno smartphone senza i servizi Google. C’è però il supporto LDAC che garantisce una trasmissione ad alta risoluzione fino a 48 kHz/24 bit ed è utilizzabile in ambiente Android, oltre ad AAC e SBC. Con file di qualità e in ambienti silenziosi, la differenza rispetto ad altri auricolari open-fit si nota, ma parliamo sempre di un dispositivo che rinuncia a quell’isolamento passivo che i modelli con il gommino possono fornire in misura maggiore.
Risultato? La scena sonora perde in profondità non appena ci si trova in mezzo al traffico, in metropolitana o in luoghi affollati: conseguenza inevitabile della scelta progettuale che costringe a scegliere: comfort del design di tipo "aperto" o maggior qualità e isolamento di un dispositivo con i gommini intercambiabili e adattabili alle diverse fisiologie?
Cancellazione del rumore presente, ma poco incisiva
Huawei ha inserito un sistema ANC (acronimo di Active Noise Cancellation) anche su queste FreeBuds 6 e tecnicamente funziona. Il problema è che, essendo open-fit, manca la barriera fisica che aiuta gli algoritmi a fare il proprio lavoro. Il risultato è una cancellazione del rumore che può ridurre il brusio di sottofondo in ambienti relativamente silenzios, ma non riesce a isolare l’ascolto nei contesti più difficili e caotici.
Se l’isolamento acustico durante l’ascolto della musica è una priorità, meglio orientarsi su auricolari in-ear tradizionali.
Chiamate, gesture e controlli
Sul fronte delle chiamate, le FreeBuds 6 si comportano bene: ogni auricolare integra tre microfoni, con riduzione del rumore ambientale dichiarata fino a 95 dB e resistenza a raffiche di vento fino a 8 m/s. Nella pratica, anche in condizioni difficili la voce resta comprensibile e poco distorta. Insomma: se con la musica l’ANC è claudicante, con le chiamate il risultato è migliore.
I controlli touch sono completi (tap, swipe e pressione prolungata) ma non sempre reattivi: ci sono alcuni istanti di ritardo nella risposta.
Per accedere a tutte le impostazioni, dall’equalizzazione al multipoint, è necessario installare l’app AI Life, che su Android non è disponibile tramite il Play Store ma va scaricata in formato APK: una complicazione non da poco per utenti meno esperti o non abituati all’ecosistema Huawei.
Autonomia sopra la media
Sotto il profilo dell’autonomia, le FreeBuds 6 si difendono bene: fino a 6 ore di ascolto continuativo senza ANC che scendono a 4,5 ore con la cancellazione del rumore attiva.
Difficile che si ascolti la musica così a lungo, ed è per questo che l’autonomia reale è quella che include anche il contributo della custodia: si arriva a 36 ore complessive (27 con ANC) e in cinque minuti si guadagnano più di 2 ore di autonomia.
Conclusioni
Le Huawei FreeBuds 6 sono un prodotto coerente con la filosofia del brand: curato nel design, ricco di tecnologia e pensato per un uso quotidiano e meno da audiofili.
Premesso che accostare tale termine a delle cuffie true wireless non è propriamente
corretto, e che solo delle cuffie “over ear” di dimensioni ben più grandi possono restituire un audio davvero di qualità, nel mondo dei micro auricolari le FreeBuds 6 si difendono bene per la musica e molto bene per le chiamate.