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Nudi ai monumenti: l'ultima mania social preoccupa le autorità

Una tendenza sempre più frequente preoccupa le autorità e le istituzioni dei siti archeologici e dei monumenti più famosi del mondo: il naked selfie, la foto con le vergogne in bella mostra

Nudi ai monumenti: l'ultima mania social preoccupa le autorità

Lati B sfoggiati a ridosso delle piramidi di Giza, genitali in bella mostra nei luoghi sacri della Cambogia, selfie desnudi sulle vette del Machu Picchu: l'ultima mania dei social network è quella di fotografarsi nudi nei pressi di monumenti, attrazioni turistiche o siti archeologici. Una tendenza, per quanto al momento non eccessivamente estesa, che inizia a preoccupare istituzioni e autorità locali. Nulla che abbia a che vedere con naturismo e nudismo, se non in casi rari, quanto forse la rincorsa ai follower su Twitter e Instagram.

Sarà l'adrenalina di uno scatto fugace, eppure le conseguenze possono essere anche gravi. Le istituzioni delle località più coinvolte stanno prendendo provvedimenti, tra cui multe salatissime, processi per direttissima e divieto di ingresso nel paese per i turisti scovati con le mani nel sacco. All'Angkor Wat in Cambogia, uno dei luogi più gettonati per il naked selfie, si starebbe addirittura preparando della cartellonistica tradotta nelle lingue principali del mondo, nella speranza un divieto esplicito possa avere un effetto deterrente. Il provvedimento, attivo dal prossimo mese di luglio, arriva in risposta all'arresto di tre turisti la scorsa settimana, fermati nel tentativo di fotografare i loro fondoschiena davanti ai templi. I tre, due europei e un argentino, rischiano ora pene importanti, poiché l'esposizione delle intimità nel sito sacro è un reato punito per legge.

Nuda alle Piramidi

Non è però tutto. Lo scorso febbraio, così come riporta il New York Post, due sorelle statunitensi sarebbero state condannate sempre in Cambogia, perché scovate senza troppi veli in prossimità del tempio Preah Khan. Per loro sei mesi di condizionale, una multa di 245 dollari a testa e l'impossibilità di tornare nella nazione per almeno quattro anni.

Trama simile in Perù, nelle spettacolari vedute del Machu Picchu, dove una sempre più insistente segnalatica spiegherebbe come l'esposizione dei genitali sia "un crimine contro la cultura". Nel 2013, le autorità peruviane hanno fermato due uomini dalla Nuova Zelanda e dall'Australia, ma l'arresto non ha scoraggiato diversi emulatori in rete.

L'ultimo caso risalirebbe infine allo scorso mese, quando una pornostar in viaggio alle piramidi di Giza ha mostrato il lato B su Instagram, scatenando le reazioni di condanna dei ministeri locali.

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