Welfare, Ferrero minaccia Prodi: "No ai ricatti, abbiamo 150 voti"

Il ministro di Rifondazione fa valere i numeri in parlamento: "La sinistra ha contribuito alla vittoria quanto e più di Dini". Poi la minaccia: "Porteremo in piazza i precari come contro Berlusconi"

Welfare, Ferrero minaccia Prodi: 
"No ai ricatti, abbiamo 150 voti"

Roma - Ministro Ferrero, Padoa-Schioppa ha detto che il titolare del Lavoro Damiano ha corretto i difetti della legge Biagi e che «molta retorica» in proposito è stata «superata».

«Le critiche che facciamo al testo dell’accordo non hanno nulla a che vedere con la retorica. Proprio per questo segnalo che la critica principale, oltre a non aver cancellato lo staff leasing, riguarda il lavoro a tempo determinato. Il programma dell’Unione banalmente prevedeva che per fare un contratto di lavoro a tempo determinato fosse necessario descrivere le causali, ossia una ragione oggettiva come la stagionalità o il picco di produzione. Di tutto questo l’accordo non parla e il tempo determinato continuerà a essere utilizzato a man bassa per assumere e licenziare come si vuole».

Il centrodestra difende quanto realizzato nella passata legislatura.
«Da questo punto di vista i rilievi delle destre sono ridicoli perché la precarietà in questa forma l’hanno fatta tutta loro, trasformando il mercato del lavoro in un supermercato dove il lavoro lo si prende quando serve».

La Cdl replica parlando di calo della disoccupazione.
«Il tasso di disoccupazione è misurato non con l’aumento dei posti di lavoro reali ma con chi fa almeno un certo numero di ore in un mese. Questo fa sì che la stessa persona che fa venti ore al mese con più attività entri poi nel computo annuale sull’occupazione, che risulta maggiore, il che è ridicolo. È come quando in pianura padana hanno detto che l’acqua era potabile perché avevano modificato i parametri dell’atrazina».

Treu (Dl) sostiene che la sinistra si sente «minacciata» dal Pd, mentre Mastella vi invita a non fare come Pietro Micca.
«A Treu rispondo che il Pd ha fatto una campagna spiegando che tagliare le pensioni voleva dire aiutare i giovani, e invece per la precarietà non si è visto quasi nulla. A Mastella dico che nessuno di noi, pur apprezzando la figura epica di Pietro Micca, ha particolari istinti suicidi. Ed è proprio per questo che, volendo difendere giovani, precari e pensionati, diciamo che quando un accordo non va bene, non va bene».

Il protocollo ha messo in evidenza le difficoltà della Cgil, che si è divisa tra favorevoli e contrari. Prc e Pdci hanno in qualche modo sopperito alle difficoltà di Epifani?
«Ognuno ha detto la sua. Il punto vero è che la base, gli iscritti della Cgil che sono oltre quattro milioni, con Cofferati hanno fatto manifestazioni nazionali enormi contro la legge 30 (la legge Biagi, ndr) e adesso se la vedono riproporre con modifiche millimetriche. Se non era buona prima, non è che diventa buona adesso. Non darei una lettura politicista, perché la discussione nella Cgil va al di là. È più un problema di classe».

Comunque, i 150 parlamentari della sinistra faranno sentire la loro voce.
«Questa è la posizione espressa a fine luglio: dovremo lavorare sia dall’alto, nel governo, sia dal basso, facendo sentire la voce dei lavoratori, dei precari, per segnalare che c’è una parte significativa dell’elettorato, che va al di là di chi ha votato Prc, Pdci e Verdi. Sono le cose per cui si sono fatte le manifestazioni contro Berlusconi. Per quanto mi riguarda, si tratta di lavorare per modificarle».

Ma la sopravvivenza del governo è a rischio?
«Io non sono stato eletto per far cadere il governo, ma perché realizzasse il programma che si è dato. Però il programma è quello».

E se non vi ascoltassero?
«Non sono abituato a mettere il carro davanti ai buoi. C’è la maggioranza della maggioranza che ha un’idea netta, ma in una coalizione non si può solo mettere sotto la minoranza. Bisogna ricordare che siamo una minoranza significativa. Rappresentiamo un terzo della maggioranza, non qualche mattacchione trovato per strada.

Siamo una parte significativa che ha contribuito alla vittoria delle elezioni, quanto e più di quella di Dini. Credo che il governo abbia subito il ricatto dei centristi. Il modello dei ricatti non può funzionare. Credo che vada trovata una composizione che non può non tener conto del programma».

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