Wengen ritrova Miller e lancia Fill

Nell'albo d'oro di Wengen mancava solo lui, fra i grandissimi dello sci. Lacuna colmata. Dopo aver pattinato come un vero giocatore sul campo di hockey alla vigilia, Bode Miller scia come solo lui sa, lascia tutti a debita distanza sulla pista durissima del Lauberhorn, ride come un pazzo al traguardo e si gode la sua vittoria numero 25, la quarta della stagione, prima in discesa sulle nevi europee, e avvicina sempre più la vetta della generale di coppa con 640 punti, solo 31 meno di Svindal (ieri 8°) e 11 meno di Cuche (ieri secondo davanti al bravissimo Fill).
Bode ieri ha offerto 2’28’’89 di grande spettacolo e ha tagliato il traguardo sdraiato per terra: dopo la terribile faticaccia imposta dai quattro chilometri e mezzo di pista ghiacciata e piena di dossi, non ha avuto la forza per tirarsi su dopo l'atterraggio dell'ultimo salto, nel parterre sono caduti anche Fill, Strobl, Dalcin e molti altri.
C'è anche chi è caduto prima, come Roland Fischnaller, nelle reti a 100 all'ora prima della «Esse» finale in un groviglio che l'ha tenuto prigioniero per lunghi angoscianti minuti. Se l'è cavata con una botta al ginocchio e una lieve commozione cerebrale. Sono caduti nella stradina lucida invece Scheiber, Defago, Sullivan e altri meno noti, mentre Walchhofer, l'unico che sembrava poter insidiare Miller, ha incrociato le code appena uscito dal cancelletto ed è poi volato nelle reti, senza danni, dopo 20" di gara. L'austriaco, trentesimo al via, era forse snervato dalle infinite interruzioni che hanno reso la gara una maratona, per gli atleti e per gli spettatori.
Una maratona entusiasmante però, fra panorami mozzafiato, cadute spettacolari - ma senza conseguenze - e dimostrazioni di bravura eccezionale. La televisione non mostra quanto sia difficile scendere da una pista di coppa del mondo cercando di andare il più veloce possibile, le telecamere appiattiscono il pendio e la tecnica degli atleti rende la neve più morbida, in realtà ieri il Lauberhorn era una lastra di vetro, perché dopo la pioggia di venerdì il cielo si era rasserenato e l'aveva resa lucida e pericolosa, tanto che la giuria ha vietato a tutti, atleti e tecnici esclusi, di fare la ricognizione.
Per domare questa discesa servivano coraggio e grande tecnica, le doti principali di Peter Fill, ancora una volta grandissimo protagonista con un terzo posto che lo riempie di orgoglio, a un anno dal suo primo podio proprio a Wengen. Il fatto che la vittoria continui a sfuggire non lo preoccupa, Peter ha avuto pazienza per anni e continuerà ad averne: «Non mi stresso, no, mi godo ogni buon risultato e aspetto la prossima gara, chissà, magari già tra poche ore potrebbe essere la volta buona!». Già, perché no? Oggi infatti a Wengen si correrà la super combinata al posto dello slalom e Fill è fra i favoriti.

Certo, visto come ha sciato ieri Benjamin Raich, 12° a solo un secondo dall'italiano, sembra impensabile poterlo battere, lo stesso vale per Bode Miller, che per forza prima o poi dovrà arrivare in fondo a uno slalom, e difficili da battere saranno anche Svindal e Kostelic, Schoenfelder e Berthod. Quel che è sicuro è che Fill darà il massimo: «Sperando di aver recuperato la fatica della discesa!». Ma non sarà il solo ad avere le gambe dure...

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