Why not, il ricorso di De Magistris

I punti su cui si basa il ricorso del pm contro l’avocazione dell’inchiesta disposta dal procuratore generale Favi

Why not, il ricorso di De Magistris

Vibo Valentia - L’aver informato dell’iscrizione del ministro Mastella nel registro degli indagati il procuratore aggiunto anziché il procuratore capo; il non aver trasmesso al Tribunale dei Ministri gli atti perché l’avocazione è arrivata prima che ciò fosse possibile; l’inesistenza della incompatibilità tra lui e Mastella. Sono tre i punti fondamentali sui quali si basa il ricorso presentato dal sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, contro l’avocazione dell’inchiesta "Why Not" disposta dal procuratore generale Dolcino Favi, secondo quanto scrive oggi "Il Quotidiano della Calabria".

L'iscrizione di Mastella Ciò che ha scritto il pm nel suo ricorso si trova sulle pagine del quotidiano calabrese, compreso il passo più controverso, quello dell’iscrizione di Mastella nel registro degli indagati dopo che lo stesso ministro aveva chiesto al Csm il trasferimento del pm. "Non esiste - è scritto nel ricorso - alcun interesse da parte del titolare del procedimento, dal momento che le investigazioni aventi ad oggetto condotte in cui compariva anche il nominativo del ministro della Giustizia erano in corso da tempo". Il concetto è esplicitato nel passo successivo: "Nel caso di specie è stato il ministro della Giustizia ad esercitare la richiesta di trasferimento pur essendo consapevole che gli atti del fascicolo avevano anche ad oggetto la sua persona". In pratica, chiosa "Il quotidiano", "Mastella era cosciente che l’indagine stava per coinvolgerlo, ed era talmente ansioso di sapere ciò che il pm aveva in mano da spingere gli ispettori ad effettuare domande ben precise nel corso dell’ultima visita a Catanzaro".

Pressioni da via Arenula Nel ricorso inoltrato al procuratore generale della Corte di Cassazione, De Magistris, continua l’articolo, ha rivelato anche "che dopo la diffusione della notizia della telefonata tra il ministro e Saladino, da via Arenula fu chiesto alla procura di Catanzaro di precisare che quella chiaccherata non aveva alcuna rilevanza penale". Per quanto riguarda l’iscrizione del ministro Mastella nel registro degli indagati, De Magistris afferma che "essa è stata vistata dal procuratore aggiunto Salvatore Murone".

Mancata trasmissione degli atti Ultimo punto: la mancata trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri. "A detta di De Magistris i vertici della procura di Catanzaro e men che mai la procura generale - scrive Il Quotidiano - avrebbero dovuto conoscere il merito delle investigazioni e le ragioni dell’iscrizione.

Di conseguenza, il Pm si dice perplesso su come il pg Favi abbia potuto argomentare la necessità di investire il Tribunale dei Ministri, senza sapere se effettivamente il Guardasigilli fosse indagato per condotte tenute quando già faceva parte del governo Prodi".

 

 

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