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Wiki-flop: solo gossip Berlusconi: "Falsità Chi paga le ragazze?"

Berlusconi: "Ragazze pagate per mentire. Festini selvaggi? È ciò che i funzionari di terzo grado leggono sui giornali di sinistra". Il Pd teme l'effetto boomerang. Il premier ha fatto solo gli interessi dell'Italia. La Clinton: "Puniremo i colpevoli"

Wiki-flop: solo gossip 
Berlusconi: "Falsità 
Chi paga le ragazze?"

I festini? Ragazze pagate per mentire. Da Tripoli, dove partecipa al terzo vertice tra Unione europea e Unione africana, Berlusconi ridimensiona la tempesta Wikileaks e liquida come «false» le rivelazioni delle giovani che contribuiscono a montare la campagna gossippara. Dei report inviati dalle ambasciate Usa a Washington, e poi rese pubbliche col contagocce in queste ore, il premier non si cruccia più di tanto. Filtrate le prime indiscrezioni sui giudizi che la numero due dell’ambasciata Usa Elizabeth Dibble inviava alla Casa Bianca, il Cavaliere s’era fatto una risata. Ieri, dalla Libia, Berlusconi è tornato sull’affaire del momento: «Non bisogna guardare alle dichiarazioni dei funzionari di terzo, quarto grado che poi, alla fine, riportano quello che leggono sui giornali di sinistra, per esempio».

In pratica quelle note taglienti della diplomatica statunitense non sono altro che report scopiazzati dai quotidiani italiani. E siccome negli ultimi tempi la grande stampa nazionale ha messo alla berlina lo stile di vita del Cavaliere, ecco spiegati i giudizi tutt’altro che positivi sul presidente del Consiglio. Il quale è stato definito: «portavoce di Putin in Europa» ma anche «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo» perché spesso stanco a causa dei «festini selvaggi». I cosiddetti «wild parties» in cui, dal caso Noemi in poi, la stampa di casa nostra s’è buttata a capofitto per screditare l’immagine del premier.

Nessun festino, anzi. «Non frequento i “wild parties” e non so neppure cosa siano - ha detto il Cavaliere ai cronisti - e voglio fare un appunto: una volta al mese offro delle cene nelle mie case, dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante. Le cose che vengono dette fanno male all’immagine del nostro Paese». Le versioni ben più pruriginose fornite periodicamente dalle ragazze che vi partecipano? «Mi domando perché lo facciano - ha affermato Berlusconi - sono infondate e incredibili». Anche perché «una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito. Allora - ha sottolineato il presidente del Consiglio - mi domando chi le ha pagate...».

Insomma, due casi intrecciati, quello di Wikileaks e quello gossipparo, che non colpiscono più di tanto il premier, come ha assicurato il ministro degli Esteri Franco Frattini: «Dal suo punto di vista personale non si sente attaccato, colpito o offeso - ha detto il titolare della Farnesina - anche perché molte delle notizie che abbiamo letto erano già apparse sulle prime pagine dei giornali di opposizione da molto, molto tempo». Anche Niccolò Ghedini ha derubricato la questione a «banale gossip». Avanti così, quindi, senza neppur dar troppo peso al côtè diplomatico del caso come si evince dalle parole del viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli: «Che gli americani non amassero Berlusconi - ha detto Castelli - nel nostro ambiente era assolutamente noto. E non lo amano perché fa una politica di grande indipendenza e sta cercando di portare avanti gli interessi del paese e non quelli americani».

Il tour diplomatico del premier, comunque, prosegue senza intoppi. Ieri, a margine del vertice Ue-Unione africana, Berlusconi ha avuto un incontro bilaterale con il leader libico Gheddafi che gli ha riconfermato stima e amicizia. «È stato un incontro fortemente voluto da Gheddafi - ha spiegato Berlusconi - con la Libia abbiamo sempre avuto un’ottima collaborazione».

Poi, dopo un blitz a Roma per il Consiglio dei ministri, il premier volerà alla volta di Astana, in Kazakistan, per partecipare al vertice Ocse. Da lì si sposterà a Sochi, sul Mar Nero, per un incontro bilaterale Italia-Russia e per dei colloqui con Vladimir Putin e Dimitri Medvedev.

Faccia a faccia nei quali si presume verrà ribadita l’amicizia reciproca e la medesima sensibilità visto che, sull’affaire Wikileaks, Mosca ha reagito più meno come il Cavaliere: «Il Cremlino - si legge in una nota ufficiale - non ha trovato nulla d’interessante e qualcosa che meriti commenti nel materiale pubblicato dal sito internet Wikileaks».

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