Wilders: "La dittatura dell’islam"

Il parlamentare olandese, autore del controverso documentario "Fitna", arriva oggi in Italia (leggi chi è). "L’integralismo musulmano non vuole il dialogo, ma imporre la sua cultura e dominare. Come nazismo e comunismo"

Wilders: "La dittatura dell’islam"

Maria Cristina Giongo

L’Aia - Il suo documentario, Fitna («Il male»), contro quella che definisce «invasione islamica» e in cui paragonava il Corano al Mein Kampf di Adolf Hitler, provocò nei cinque continenti scandalo, discussioni e proteste. Da allora Geert Wilders, 45 anni, parlamentare olandese, leader del Partito della libertà, è probabilmente l'uomo politico che al mondo ha ricevuto (e riceve) più minacce di morte (leggi chi è). Basta dare un'occhiata al suo computer: intimidazioni raccapriccianti, orripilanti, che fanno venire la pelle d'oca. Altri due che l'hanno preceduto sulla stessa strada sono stati uccisi: nel maggio 2002 Pim Fortuyn, leader del partito olandese per un' Olanda più «vivibile», che ora riposa in un cimitero italiano e il regista Theo van Gogh, autore del film Submission, che gli valse la condanna a morte per blasfemia, ammazzato ad Amsterdam nel novembre 2004.

Oggi Wilders, per la prima volta dalla presentazione di Fitna arriva in Italia, invitato dall'Associazione «Una via per Oriana», per ricevere il premio Oriana Fallaci. «Lei è sempre stata il mio idolo, il mio punto di riferimento e sono fiero di poter ricevere questo riconoscimento», dice il parlamentare olandese al Giornale. «Subito dopo andrò in America, invitato a un convegno; e poi in Australia».

Però la Gran Bretagna, pochi giorni fa le ha proibito di entrare nel suo territorio.
«Una cosa inaudita: ero stato invitato a tenere un discorso alla camera dei Lord, poi, improvvisamente, mi è giunto un comunicato in cui mi si avvertiva che non ero più un ospite gradito per via del mio film. Mi giudicavano una persona pericolosa, che con la sua presenza avrebbe potuto provocare grossi problemi. Così mi sono arrabbiato e sono partito lo stesso considerandomi un libero cittadino dell'Europa Unita. Invece, appena atterrato all'aeroporto di Heathrow, sono stato fermato e rispedito indietro. Non era mai successo prima d'ora che a un parlamentare si vietasse l'ingresso in un'altra nazione».

Come ha vissuto quello che è accaduto?
«È una vicenda scandalosa e Gordon Brown è il più grande vigliacco d'Europa. Me lo aspettavo da Paesi come la Giordania e l'Indonesia, dove sono perseguito a causa di Fitna, per cui comunque se entrassi nel loro territorio sarei arrestato. Ma dall'Inghilterra no».

Alcuni commentatori hanno detto che l'Islam ha vinto sulle tradizioni liberali del Regno Unito.
«È evidente. Io l'ho sempre detto: i musulmani non vogliono integrarsi, vogliono dominare».

Che cosa pensa di quanto è accaduto a Bologna e a Milano dove i musulmani si sono raccolti in preghiera davanti al Duomo?
«Non lo sapevo. Qui da noi i giornali non ne hanno parlato. La trovo una cosa assurda, che conferma il mio pensiero che l'islam non vuole la pace, l'integrazione, il dialogo: vuole imporre la sua cultura e, ripeto, dominare».

Per queste idee lei viene considerato da molti un razzista.
«Non sono razzista. Sono contro i delinquenti. Vorrei chiarire che non ho niente contro i musulmani; solo contro quelli fra loro che hanno importato nel nostro, e in altri Paesi, il terrorismo e la criminalità. Contro gli integralisti, i fondamentalisti, che si nutrono di ideologie e di violenza. Da loro dobbiamo difenderci prima che sia troppo tardi. Sono solo un uomo che si batte per la libertà e perché il suo Paese conservi la sua identità. Identità e libertà sono i valori più importanti dell'essere umano e per una società vivibile e realizzata».

A proposito di identità. Che cosa è successo nella «tollerante» Olanda, dove la società multiculturale sembra mostrare crepe evidenti?
«Molto semplicemente, l'Olanda è stata troppo a lungo tollerante con chi tollerante non lo era affatto. E ora ne paga le conseguenze. Per cui ha capito che deve cambiare nei confronti di chi non rispetta le regole».

Nel discorso che avrebbe dovuto tenere alla camera dei Lord lei voleva ricordare l'avvertimento che Churchill fece all'epoca nei confronti del pericolo del nazismo e Reagan del comunismo, sottolineando che ora il pericolo è costituito dall' islam.
«Speravo di indurre alla riflessione; il passato insegna. Non dimentichiamo che anche Churchill, in un suo libro, paragonò il Corano al Mein Kampf di Hitler. Proprio come ho fatto io adesso, provocando le ire di tutto il mondo , musulmano e no. La mia convinzione è che attualmente il pericolo è costituito dalla dittatura dell'islam».

Quanto all’Italia...
«Quanto all’Italia e agli italiani vorrei dirvi di essere fieri delle vostre radici, orgogliosi della vostra cultura cattolica: lottate soprattutto contro quella politica che vuole permettere a chiunque di entrare nel vostro Paese.

La patria è un bene sacro che va amato e difeso, in modo pacifico. E allora basta con l'immigrazione indiscriminata di coloro che vengono dai Paesi dell'Islam. Spero che questo mio messaggio venga preso sul serio. Prima che sia troppo tardi».

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