Winter Marathon, brividi di passione

Luigi Cucchi

Le emozioni si rincorrono. La notte è gelida, si raggiungono i meno 20 gradi. Il silenzio della montagna è rotto dal rombo dei motori, avvertito da lontano cresce fino a diventare un fragore. Ogni curva è insidiosa. I fari sono delle sciabolate di luce: tutto illuminano per pochi secondi, poi le strade, i larici, i fianchi delle montagne ricoperti di neve, sono riavvolti dalle tenebre. La Winter Marathon è un’autentica cavalcata notturna di oltre 500 chilometri che valica ben 15 passi alpini nell’arco di 12 ore: dalle 16 di venerdì alle 4 del mattino, partenza e arrivo a Madonna di Campiglio. Sono 144 le auto, tutte costruite entro il 1968, con trazione posteriore, che si sono presentate alla partenza e che hanno sfidato i tornanti della Marmolada e dei passi Selva, Gardena, Campolongo e Pordoi, per poi tornare da Bolzano alla Mendola e concludere ieri, alle 4 del mattino la grande sfida. Questi puristi del controsterzo hanno messo a dura prova il proprio fisico e le auto. Il freddo pungente di queste notti è entrato nelle ossa di tutti i partecipanti. Il ghiaccio e l’abbondante neve hanno trasformato le auto in danzatrici. L’accumulo della fatica e il gelo hanno spinto molti piloti impegnati allo spasimo, curva dopo curva, in un percorso difficile che si snoda nelle Dolomiti del Brenta a chiedersi il perché della loro partecipazione. L’entusiasmo, la tensione, l’adrenalina, allontanavano ben presto queste domande. La sosta alle 20 di venerdì tra il passo di Lavazè e quello di Costalunga, al Grand hotel Carezza e quella per il ristoro a Bolzano con una tazza di brodo bollente all’una di notte, riaccendevano i cuori. Una cosa è certa: tutti i partecipanti ricorderanno a lungo le mille emozioni che questo rally, che apre la stagione invernale dell’automobilismo storico, sa far nascere sull’onda del ricordo delle antiche sfide che si svolgevano negli anni Cinquanta e Sessanta. La sorpresa è sempre dietro ogni curva: impantanarsi nella neve, scivolare in testa-coda, sbandare proprio davanti alle fotocellule, subire un black-out elettrico e un ritardo a causa di un’avaria, sono eventualità tutt’altro che infrequenti. Sono parte determinante di questa avventura, ricca di fascino, che stimola tutti gli specialisti delle gare di regolarità per auto storiche che per questo appuntamento hanno raggiunto le Dolomiti da tutti i Paesi europei. Tra i vip più noti Lucio Dalla, su Porsche 356 C del 1964 (numero 111), già brillante protagonista delle Mille Miglia e Mario Theissen, direttore di Bmw Motorsport, da anni impegnato al vertice della Formula 1, che ha partecipato con una Bmw 1800 Ti del 1965, con il numero di targa 103. Il senatore Luciano Magnalbò, vicepresidente della Commissione affari costituzionali è in coppia con Francesco Arcieri. Il bolognese Giuliano Canè, plurivincitore della Mille Miglia, ha affrontato questa maratona con una Bmw 328 (numero 9), arrivata dal Museo di Monaco. Bmw sostiene ufficialmente la Winter Marathon e partecipa con molte delle sue auto che l’hanno resa famosa già nei decenni passati.

Tra cronometri, road-book, controlli orari, timbri da apporre, lunghe discese da brivido, la gara si è conclusa ieri, come è tradizione, sotto gli occhi di migliaia di spettatori e appassionati, con quattro giri sul laghetto ghiacciato di Campiglio: un’autentica passerella.

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