Riccardo Signori
Resta una ragazza dargento, non ancora doro. Federica Pellegrini raddoppia gli argenti della collezione: oro a Montreal come ad Atene, stessa specialità, 200 metri, faccia diversa. Ad Atene Federica ha trovato uno spicciolo di sorriso, qui non è riuscita a trattenere le lacrime. Lacrime di grande delusione perché la nostra signorina dai tacchi a spillo era andato a letto sognando la medaglia doro, si era svegliata pensando alla medaglia doro, ha vissuto un anno intensamente fra piscina e studi coccolandosi il sogno doro. E quando si è risvegliata, come fosse caduta dal letto, non ha fatto niente per nascondere il muso lungo: «Sono delusa, arrabbiata per le sensazioni provate in acqua, ai 150 metri non sentivo più le gambe». Lacrime sul viso di una ragazza tornata ai suoi 17 anni, perché la bella favola non si chiude mai con il lieto fine.
LItalia ritrova una medaglia dargento al femminile dopo una vita, leredità Calligaris finalmente ha una padrona. Eppure la delusione è stata solenne. Solenne con la maiuscola, ovvero il nome della francesina che ha fatto il dispetto alla nostra signorina dargento: Solenne Figues, francesina dagli occhi vispi, si era già presa la parte laltro ieri vincendo la sua semifinale, mettendo mani e speranze davanti alla nostra. Ieri si è ripetuta, ma proprio nella vasca finale: la Pellegrini ha fatto gara per 150 metri, sempre in testa, presa dassalto dalla cinese Yu Yang e dalla svedese Lillhage, salvo lasciarsi scivolare nellultima vasca in un testa a testa, corpo a corpo, schizzi a schizzi con la francese. Solenne in testa, Federica dietro, pronta a graffiare fino in fondo e chiudere in 15873 contro l15860 di Solenne. Un argento che avrebbe fatto sorridere tanti, tranne lei. La miglior prestazione del nuoto nostro in questo mondiale. Ma con un pizzico damaro in bocca.
Eppur finora la miglior medaglia azzurra era stata quella dei buchi nellacqua. I maschietti dellItalnuoto se la sono guadagnata tappa dopo tappa. Laltra notte è toccato al Settebello che ha ripescato la bestia nera: ovvero la Grecia guidata da Sandro Campagna, ex ct azzurro che si sta prendendo rivincite pesanti. Dopo aver fatto fuori il Settebello dalle Olimpiadi, ha ripetuto limpresa e senza neppur troppa fatica (13-9) anche a questi mondiali di Montreal. E così il flop della pallanuoto italiana è totale: fuori dalla zona medaglia sia le donne (hanno perso anche ieri: 10-9 con lAustralia), sia gli uomini. Non capitava da 14 anni. Ora tutte e due le squadre lotteranno per posizioni di rincalzo.
I parziali (2-3, 4-2, 4-3, 3-1) del Settebello spiegano che la partita è stata saldamente in mano degli avversari. E il ct Formiconi se lè presa con le sbadataggini dei suoi azzurri. «I singoli hanno commesso errori clamorosi». Pallanuoto con la faccia rossa e anche cupa. Lanno scorso ad Atene è finita ottava. Allunga lidea Formiconi: «Ora la soluzione sarebbe ridurre il numero degli stranieri, sennò gli italiani non crescono. Lo avevo chiesto anche per il campionato femminile».
Idee per il futuro, intanto stasera godiamoci tutto dun fiato i cento stile libero maschili e la finale di Caterina Giacchetti nei 200 farfalla (ieri terza nella semifinale). Occhio a Filippo Magnini, il nostro siluro classe 82 che in semifinale ha messo in vasca le sue credenziali. Miglior tempo nelle batterie (battuto Phelps), terzo tempo nelle semifinali con tanto di record italiano: 4873, ovvero un centesimo in meno del precedente stabilito in aprile a Riccione, il tanto per chiudere in testa la sua semifinale, lasciarsi alle spalle gente come Phelps (3°) e laltro americano Lezak.
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