Woods e la terapia al ginocchio «Ma quale doping, solo routine»

Il tam tam gossipparo sul divorzio stramilionario di Tiger ha avuto il merito (o il demerito) di allontanare il baricentro dell’interesse nei confronti di Woods da una notizia altrettanto pepata. Nei giorni scorsi, infatti, il campione è stato interrogato da un pool di agenti federali circa i trattamenti medici che nel 2009 avrebbe ricevuto da quell’Anthony Galea, dottore di Toronto, che in America rischia di ventotto anni di reclusione per commercio di sostanze dopanti. Tra i file del pc di Galea sarebbe saltato fuori anche il nome di Tiger.
Woods si sarebbe insomma rivolto al medico canadese per riprendersi più rapidamente dall’operazione al ginocchio. «Prp» (Piastrine Rich Plasma) il nome della terapia a cui si sarebbe sottoposto: «In questo caso, però - ci spiega Ferdinando Priano, ortopedico di fama nazionale che ha il suo centro di attività a Genova, presso la casa di cura Villa Montallegro - non ci si deve lasciare sviare dall'inglese. La corretta traduzione, infatti, non è plasma arricchito, ma concentrato». Qual è la differenza? «È sostanziale. Perché si tratta esclusivamente di un concentrato del sangue dello stesso Tiger». Dunque in cosa consiste la terapia? «Si prelevano circa 120cc. di sangue del paziente, che poi vengono trattati a fresco in una centrifuga. A questo punto nella fiala si formano tre strati: in uno si deposita il siero, in un altro i globuli bianchi e nel terzo, infine, si adagiano le piastrine. Proprio quest'ultima parte, circa 6/7 cc. viene reiniettata nell'articolazione o nel tendine da trattare». Con quale scopo? «All'interno delle piastrine, ci sono dei motori nascosti, dei fattori di crescita, che hanno capacità rigenerative dei tessuti. Per questo per le patologie tendinee questi concentrati piastrinici sono fantastici». Quindi non viene iniettato nulla di dopante? «Assolutamente no. Infatti per la Wada è una terapia conforme; in Italia, invece, il Coni si deve ancora esprimere». Galea sostiene di essere lui l'inventore di questa terapia: «Mente- continua secco Priano- Il primo a testarla è stato un certo Mirha, un medico di San Francisco, che la provò per curare l'epicondilite».
A sentir il dottor Priano, dunque, Woods non avrebbe nulla da nascondere: fortunatamente nel suo caso non esisterebbe alcuna ombra di doping.

Resta da capire solo perché, per una terapia praticamente di routine, abbia preferito rivolgersi a un oscuro dottore a migliaia di chilometri di distanza da casa sua. Ma su questo punto, solo Tiger può fornire un'adeguata risposta.

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