Woody Allen tra scrittori in crisi e amanti pentiti

Alessandra Miccinesi

Ambizione letteraria, frustrazione, tradimenti, sensi di colpa, e rivalità familiari. Al Vittoria è ancora tempo di Sesso e bugie, commedia scritta per il palcoscenico da Woody Allen, e ripresa dalla Compagnia Stabile Attori e Tecnici di Attilio Corsini. Segno che il capocomico dello stabile di piazza S. Maria Liberatrice aveva visto giusto la scorsa stagione, quando, in occasione del debutto della commedia il cui titolo originale è Writer’s Block (cioè il «blocco dello scrittore»), riferendosi al geniale talento di Allen aveva detto: «Woody è un uomo molto colto, e la sua ironia tradisce sempre il desiderio di esprimere un malessere reale. Mi rammarico che qui da noi, tranne poche eccezioni, non esista una comicità di pari spessore. Il nostro livello è scaduto al punto che siamo incapaci di raccontare i disastri divertendo con intelligenza». Quell’umorismo ingegnoso, mai volgare, e sofisticato che invece traspare dai film, dai libri, e oggi anche dal teatro di un autore che alla vigilia del suo ansiolitico debutto all’Athlantic Theatre di New York ha balbettato: «Non ho mai diretto nulla per il proscenio, non so se ho il talento necessario».
In Sesso e bugie - commedia in due atti con citazioni teatrali che spaziano da Cechov a Ionesco passando per Pirandello in un festoso gioco del teatro nel teatro -, la cifra stilistica di Allen riempie ogni spazio, copre ogni battuta. Al centro del copione c’è la figura dello scrittore in pieno blocco creativo spinto a confrontarsi l’infedeltà coniugale. Personaggio che, inutile sottolinearlo, somiglia all’alter ego dell’autore. Nel primo atto, intitolato Riverside drive (dal nome della celeberrima strada dell’Upper West Side di Manhattan), in un angolo buio del lungofiume sull’Hudson, uno scrittore di nome Jim aspetta la giovane amante per dirle che vuole rompere la relazione e tentare di salvare il matrimonio. Nell’attesa, incontra un barbone molto colto che, dissertando di Camus e Proust, avvia una chiacchierata pseudo-psicanalitica che spingerà Jim a liberarsi in maniera radicale dell’amante ricattatrice.

Nel secondo atto «Old Saybrook» è ancora l’adulterio a tenere banco, ma stavolta alle prese con bugie, meschinità, e tradimenti sono ben tre coppie che nel finale di un’ipotetica commedia - riscritta da uno scrittore e commediografo che ha dato vita ai personaggi in scena - applicano alla vita un happy end che profuma di perdono e di morale.
Sesso e Bugie si replica fino al 13 aprile. Regia di Attilio Corsini.

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