«Yara è nel cantiere. Ho paura» La pista della lettera misteriosa

«Yara è nel cantiere Mapello. Ho paura». Poche parole, senza la preposizione «di» tra la parola «cantiere» e «Mapello» incollate lettera per lettera su un foglio nero formato A4, messo in una busta recapitata questa mattina alla redazione del quotidiano L’Eco di Bergamo. Il messaggio anonimo, transitato per il centro di smistamento postale di Milano Borromeo, e subito sequestrato dalla polizia, riporta l’attenzione degli investigatori, che da un mese e mezzo stanno lavorando per riportare a casa Yara Gambirasio, sul cantiere al confine con il comune di Mapello.
L’area, che presto ospiterà un nuovo centro commerciale, è uno dei luoghi chiave dell’inchiesta che i carabinieri hanno setacciato a fondo per un paio di settimane, dopo essere stati condotti dal fiuto dei cani, che sembrava avessero fiutato delle tracce della ragazzina. Nulla, però, era stato trovato, neppure dai Ris di Parma. Da giorni il cantiere - lo stesso in cui lavorava il marocchino Mohammed Fikri, arrestato e poi scarcerato perché risultato estraneo alla vicenda - non era più all’attenzione degli investigatori. Questa mattina alcuni agenti in borghese hanno fatto un sopralluogo ma l’area, hanno spiegato in questura, non sarà, almeno per ora, ispezionata di nuovo, poiché è già stata oggetto di un’attività approfondita da parte dei carabinieri.
La lettera recapitata ieri al quotidiano bergamasco è solo l’ultima di una lunga serie di missive anonime, che arrivano ogni giorno alle forze dell’ordine, in Procura e anche alla famiglia Gambirasio, e si dà per scontato che ne arriveranno altre. Una di queste, scritta da una medium e indirizzata alla madre di Yara, era stata intercettata e sequestrata a Genova nel mese di dicembre. Tante segnalazioni anonime, la prima così come tanti sono i veggenti che scrivono o contattano personalmente polizia e carabinieri convinti di poter dare indicazioni per risolvere il caso. Finora, però, nessuno dei trecento medium che si sono fatti vivi, ha saputo fornire alcun elemento utile alle indagini. La lettera sarà presa in considerazione, dunque, come ogni altra segnalazione e testimonianza. Così come quelle ricorrenti di presunti maniaci, di un fantomatico furgone bianco e le testimonianze di persone che credevano di aver visto qualcosa ma le cui deposizioni non hanno portato a nulla. La verità, però, è che a 43 giorni dalla scomparsa di Yara, sembrano ancora pochi gli elementi in mano agli investigatori.
Dopo l’uscita di scena anche dell’unico testimone, Enrico Tironi, che ha sempre affermato di aver visto la tredicenne al momento della scomparsa - i tabulati telefonici hanno accertato che a quell’ora il giovane si trovava a casa di un amico - carabinieri e polizia hanno iniziato a sentire di nuovo un centinaio di persone, tra vicini di casa e conoscenti.

Nel frattempo le ricerche proseguono: oggi è tornato in azione il georadar, già utilizzato nel cantiere di Mapello, per scandagliare il sottosuolo nella zona dell’ex colonia elioterapica di Brembate Sopra, mentre altre squadre hanno cercato nei boschi della Maresana, alle porte di Bergamo.

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