Bergamo - Sono elementi "importantissimi" quelli acquisiti dagli investigatori dopo il ritrovamento del corpo di Yara. I primi, fra tutti quelli raccolti finora, veramente determinanti per le indagini. Ora si sa che Yara è stata accoltellata, almeno sei volte e che si è difesa, ha lottato con l'assassino, prima di essere abbandonata in un campo incolto ai margini del comune di Chignolo D'Isola (Bergamo), a pochi chilometri in linea d'aria dal suo paese natale, Brembate Sopra, da dove era scomparsa il 26 novembre scorso, giusto tre mesi fa.
Brembate di Sopra si stringe intorno alla famiglia della 13enne trovata ieri, a tre mesi esatti dalla scomparsa, a Chignolo d’Isola, a nove chilometri da dove il 26 novembre si erano perse le sue tracce. In mattinata, mentre i genitori erano all’istituto di medicina legale di Milano, gli inquirenti hanno fatto un nuovo sopralluogo dove è stato portato il cadavere della ragazzina. Il questore è ottimista: "Abbiamo trovato cose importantissime". Intorno al corpo sono stati infatti trovati anche un iPod e un telefonino. Domani la dottoressa Cattaneo, insieme a un’equipe di esperti, inizierà l’autopsia sul corpo che presenta lesioni compatibili con un arma da taglio al collo e alla schiena. Se è rimasto così a lungo all’aperto sarà più difficile trovare reperti biologi, ma si potranno avere le prime risposte su come e quando è morta la piccola Yara.
Ferite da arma da taglio Ferite compatibili con quelle di un’arma da taglio al collo, alla schiena e anche sui polsi. Alla ragazza sono state inferte almeno sei coltellate, alcune delle quali con molta violenza. L’ipotesi è che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, nel tentativo di difendersi, e infine alla schiena. Per stabilire se sono state queste lesioni a causare la morte di Yara si dovrà attendere l’autopsia. Gli inquirenti avvertono che "la cautela è d’obbligo", perché i segni sui polsi, così come le altre lesioni, non sono necessariamente da collegare a violenze e a tentativi di Yara di difendersi dai suoi aggressori, visto che potrebbero anche essere riconducibili alla lunga permanenza del corpo agli agenti atmosferici e ambientali. Gli investigatori prediligono infatti l’ipotesi che la tredicenne sia stata uccisa subito dopo la scomparsa e poi lasciata senza vita dove è stata trovata.
"Quello che si può dire a un primo esame - si limita a riferire il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi - è solo che Yara non è stata uccisa con un’arma da fuoco". Quanto alle "tracce importantissime" che sono state trovate nei pressi del corpo, il questore precisa di riferirsi a elementi utili "solo per il riconoscimento di Yara". Non si tratta quindi, per ora, di elementi fondamentali per trovare l’assassino. L’iPod, la sim e la batteria del cellulare della ragazza sono intanto all’esame di polizia e carabinieri. Nessuna traccia invece del cellulare stesso, di marca Lg, che ha smesso di emettere segnali alle 18.55 del 26 novembre.
Accertamenti sul luogo del ritrovamento Una serie di accertamenti, sia scientifici che di polizia giudiziaria, sono stati compiuti anche nell’azienda proprietaria dell’area sterrata dove. Secondo indiscrezioni investigative si tratterebbe di "accertamenti di routine". Attraverso l’ingresso carraio della ditta, la Rosa & C. spa, è entrata una pattuglia con all’interno personale per i rilievi scientifici. Un cartello ben in vista davanti all’ingresso avverte che l’area "è videosorvegliata". Ieri pomeriggio i responsabili della sicurezza dell’azienda erano corsi sul posto per fornire agli investigatori le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che sono state acquisite.
La famiglia stravolta dal dolore "La famiglia Gambirasio è molto provata". Tra i pochi che in queste ore sono riusciti a parlare con i genitori di Yara c’è il sindaco di Brembate Sopra Diego Locatelli, che fin dal primo giorno della scomparsa, tre mesi fa, ha lavorato moltissimo per coordinare le ricerche e per continuare a svolgerle nonostante sembrasse ormai un’impresa disperata, e ha sempre mantenuto stretti rapporti con la famiglia Gambirasio. "Ho sentito il padre appena tornato dal riconoscimento a Milano - spiega Locatelli - e l’ho trovato molto provato, come si può immaginare. Questo è un dramma che tocca tutti. Ma non abbiamo ancora deciso se organizzare delle iniziative ufficiali: prima vogliamo aspettare l’esito dell’autopsia e conoscere la data dei funerali, poi decideremo".
Il dolore del parroco "Nelle favole tutto finisce bene ma adesso sappiamo cosa è un orco e siamo preoccupati perchè l’orco è tra noi", ha detto don Corinno, parrocco di Brembate, durante la Santa Messa. La chiesa era strapiena e in molti non hanno nascosto la loro commozione. Il parroco ha annunciato che fino a sera le campane del paese suoneranno a festa ogni ora "perché ora Yara è un angelo". "La parola più forte oggi è il silenzio - ha detto ancora don Corinno - ci portiamo dentro smarrimento e angoscia, e vogliamo capire se tutto questo ha un senso e abbiamo visto fino a che punto può arrivare l’uomo". Don Corinno ha poi detto ai parrocchiani che ieri sera è andato subito a trovare il padre di Yara. "Appena mi ha visto mi ha detto 'non mi dire niente, abbracciami'", ha raccontato don Corinno. Proprio ieri, davanti alla parrocchia era stata messa una nuova foto di Yara a tre mesi dalla sua scomparsa. Una bella immagine della ragazzina sorridente con un abitino fucsia e sotto la scritta "Yara siamo smarriti aiutaci".
Davanti uno degli altari delle navate laterali, dove da tre mesi c’è il libro per le dediche a Yara, da ieri sera i parrocchiani hanno cominciato a lasciare messaggi di dolore. "Ho seguito tutta la tua storia - ha scritto uno - ti hanno ritrovato morta, ma ora sei un angelo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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