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Zapatero: diritti umani anche agli scimpanzè

Dopo due anni discussione, storica decisione del Parlamento spagnolo. Peter Singer, il promotore: "E' tempo di estendere la comunità umana anche ai primati"

Zapatero: diritti umani 
anche agli scimpanzè
Al Parlamento spagnolo ne hanno discusso per due anni. Ma ieri sera il Congreso, la camera bassa, ha approvato il progetto Gran Simios. La novità non è di poco conto: la commissione Ambiente ha deciso che i grandi primati - oranghi, gorilla, scimpanzé - hanno alcuni diritti umani. Alla vita, per cominciare. Ma anche alla libertà, al non essere maltrattati fisicamente e psicologicamente. E c'è già chi parla di istituire delle comunità su misura per i primati. In commissione, i membri del Partito popolare, hanno detto che "non è un progetto né serio né pertinente".

Ma la proposta dei due partiti di sinistra Izquierda Unida e Esquerra republicana de Catalunva è passata, grazie al supporto del Partito socialista del premier Zapatero. Che, incurante di una disoccupazione prevista per l’anno prossimo all’11% e di un’economia che dopo anni di boom immobiliari inizia a boccheggiare, ha deciso di legiferare sui grandi primati. D’altra parte il piano, arrivato in Parlamento per le prime discussioni nel 2006, è nato addirittura nel 1993. «Il progetto Gran Simios - ha detto Joan Herrera, uno dei deputati ideatori della proposta che ha scandalizzato la Chiesa - consiste praticamente nel dare alle scimmie alcuni diritti che sono tipici degli esseri umani». Per proteggere una specie a rischio d’estinzione, certo. E su questo, infatti, sono stati d’accordo anche i Popolari di Rajoy, che hanno votato le mozioni relative all’estinzione, astenendosi sulle altre. Per il Governo spagnolo, ora, ci sono quattro mesi di tempo per recepire la decisione del Parlamento.

E un anno per legiferare a riguardo, assicurandosi che nessuno faccia del male a gorilla, scimpanzè, bonobi e orango tango, che nessuno li riduca in schiavitù o che li usi per esperimenti. Ma dietro, non c’è solo la volontà di difendere i diritti dei questi animali, in grado di pensare, di conoscersi, di migliorare le proprie capacità cognitive. In ballo, c’è di più. Nella laica Spagna che Zapatero sta forgiando, dopo il divorzio express, dopo l’aborto più “largo“, dopo le coppie gay, dopo la fecondazione assistita, dopo tutti i dispetti fra il Governo socialista e la Chiesa, usare questi termini per formulare una legge di per sé giusta, significa cercare uno scontro fra le due anime del Paese.

La posizione della sinistra è chiara. "Condividiamo più del 95% del nostro patrimonio genetico con i grandi primati - ha detto qualche tempo fa il deputato socialista Francisco Garrido - È tipico delle persone di buona famiglia essere orgogliosi delle proprie origini". Una posizione portata ancora più all’estremo dal fondatore del progetto, Peter Singer. "È venuto il momento di proporre un’idea nuova - ha dichiarato due anni fa, quando il progetto è approdato alla Congreso -: estendere la comunità morale oltre gli esseri umani, fino a includere scimpanzé, gorilla e oranghi.

Una comunità di uguali che abbraccerebbe tutte le grandi scimmie, non solo la nostra specie". Una linea di darwinismo oltranzista che ha i suoi precedenti nella letteratura e nel cinema. Nel Pianeta delle scimmie, ad esempio, che già nel 1968 teorizzava un pianeta governato da scimmie intelligenti che dominano uomini primitivi in una significativa inversione dei ruoli. I Popolari, alfieri della Spagna più tradizionalista, più legata alle consuetudini e ai valori cattolici, sembrano essere presi in contropiede. Anche il clero spagnolo non sembra riuscire ad andare oltre lo sdegno. "Per eccesso di progressismo si cade nel ridicolo", il commento dell’Arcivescovo di Pamplona, Fernando Sebastian.

Ma la sola indignazione non può essere sufficiente per riconquistare la Spagna dei diritti.

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