da Roma
Le accuse dei figli di Luciano Gaucci e un appunto sequestrato dalla Guardia di Finanza nella sede di vicolo Barberini a Roma. Sarebbero questi i principali motivi per i quali la Procura capitolina ha iscritto nel registro degli indagati i soci Gea Chiara Geronzi, figlia dellex presidente di Capitalia Cesare e giornalista del Tg5 e Franco Zavaglia, che riveste la carica di amministratore delegato. Il cerchio continua dunque a stringersi attorno alla società di procuratori sportivi. I loro nomi si aggiungono a quelli del presidente della Gea World, Alessandro Moggi e del padre Luciano, direttore generale della Juventus. Per tutti lipotesi di reato, attribuita in concorso, è quella di «illecita concorrenza con minaccia o violenza».
La Geronzi, secondo quanto dichiarato da Riccardo e Alessandro Gaucci, interrogati nellambito del crac del Perugia, era presente alla discussa trattativa sul giocatore Fabio Liverani. Gaucci senior, dal buen retiro di Santo Domingo aveva parlato dellaffare riguardante il calciatore della Lazio. «Liverani al club di Cragnotti? Un affare da 25 miliardi di lire, ma ne valeva sì e no 12 e sono stato costretto a pagare il 15 per cento alla Gea», laccusa dellex patron degli umbri. La collaborazione di Gaucci con Cesare Geronzi, di cui ora è diventato il principale accusatore, è cosa risaputa. Tutto iniziò con laffare Nakata, la prima grande operazione per far rientrare dallindebitamento limprenditore romano. Daltronde è un dato di fatto che Capitalia, soprattutto intorno al 2000, avesse in mano tramite il credito mezza serie A (dalla Roma alla Lazio, dal Napoli alla Fiorentina). Finché questestate, mentre il Perugia finiva cancellato dalla B, il patron degli umbri si è dileguato facendo partire «missili» verso Geronzi e la Gea e accelerando, oltre alla battaglia legale tra le parti, anche linchiesta della Procura di Roma.
Franco Zavaglia, in passato procuratore di Totti, è finito nel mirino per uno strano appunto sequestrato nei locali della Gea dalle Fiamme Gialle. Nellappunto, che ha destato i sospetti degli inquirenti, cera scritto: «È bene dire ai nostri collaboratori di non andare a sbandierare il nome di L. Moggi e così far presa sui giocatori, ma illustrare quale è la nostra organizzazione senza minacciare nessuno come già avvenuto in passato».
In attesa di incontrare i colleghi napoletani per fare un punto della situazione e per uno scambio di atti e informazioni, i pm romani Palamara e Palaia hanno intanto delegato la Guardia di Finanza a sentire prossimamente, come persone informate sui fatti, i calciatori Baiocco, Blasi, Tedesco e Gatti, le cui pratiche erano state sequestrate negli uffici Gea per verificare come siano state acquisite dalla società le loro procure.
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