Zero: «Io, un anarchico felice»

Simone Mercurio

Si caratterizza per i record di «sold out» il nuovo tour di Renato Zero che da domani approderà nella Capitale. Quattro date sono quelle che il Palalottomatica dedicherà al popolare cantautore romano (si replica il 28 febbraio e il 2 e 3 marzo).
Un tour grandioso e di successo questo del cantautore romano che dal 10 febbraio sta portando Zero a esibirsi nei Palasport delle principali città italiane, sulla scia del successo del suo ultimo cd Il Dono. La realtà con tutte le sue contraddizioni sta al centro di questo lavoro di Renato Zero, un nuovo album con dodici brani totalmente inediti. Un cd sincero, che non soffre la penalità di essere stato più volte lavorato e rilavorato, spezzato e tagliato, come ha confessato l’artista. Canzoni consacrate a temi attuali: dalla deriva dei rapporti amorosi alla solitudine dell’America di oggi, dalla drammaticità dell’immigrazione alla miopia delle radio libere. A oltre 35 anni di distanza dall’esordio, Renato Zero all’anagrafe Fiacchini è oggi più che mai artista, personaggio di costume, icona glam, guru popolare.
Zero è oggi come un trademark, un marchio originale, in tutto quello che fa: per come parla, per come canta, per come scrive, per i costumi indossati negli spettacoli live che non rinunciano mai a stupire, anche ora che l’età gli impone minimalismo e sobrietà. E ancora, Zero è unico per quell’inimitabile voce, per quell’intercalare romano che il tempo ha mitigato ma non cancellato e per l’utilizzo sui generis della lingua italiana.
Zero stesso definisce questo nuovo cd «senza preservativo, perché - ha detto - con il pubblico voglio un rapporto pelle a pelle». Con la consueta schiettezza, dunque, un Renato più «pirotecnico» che come non mai ha spiegato l’origine dei brani più significativi. A 55 anni Zero dice di non voler rinunciare a nulla di ciò che è stato finora, al suo «spirito libero» ma anche alla sua volontà di non schierarsi politicamente: «finora sono stato un anarchico felice e voglio restarlo».
Registrato, mixato e masterizzato tra Roma e Londra, tra i crediti dell’album spiccano grandi nomi del firmamento musicale come il maestro Renato Serio e Phil Palmer che, oltre a produrre il disco con lo stesso Zero, ha suonato le chitarre.
«Se c’è un album che non avrebbe bisogno di tour perché si spiega bene da solo, è questo - conclude Zero -. Ma io, quando mi rompo di stare a casa, torno sul palco».
E allora, ecco il tour di Renato Zero: un palcoscenico che si preannuncia come una sorta di astronave gigante avvolta dalle luci, per un live dove non ci saranno ballerini né sprechi scenografici troppo evidenti e kitsch, ma dove per magia, come ha detto ironico lo stesso cantante «Zero sarà ospite di Zero». Per la gioia dei suoi inossidabili «sorcini».


Sul palco, Zero sarà accompagnato da Giorgio Cocilovo (chitarra), Vincenzo Mancuso (chitarra), Paolo Costa (basso), Elio Rivagli (batteria), Mark Harris (piano), Danilo Madonia (tastiere), Rosario Iermano (percussioni), Remo Righetti (protools).

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