Cronaca locale

Zona 3, rimborsi d’oro per i viaggi in auto

Alcuni consiglieri hanno messo in nota spese il tragitto di 95 chilometri fatto da casa alla sede di via Sansovino. Oltre ai gettoni, il Comune deve risarcire anche le aziende dove lavorano i commissari per le loro ore di assenza

Che l’attività politica nei Consigli di zona si misuri a suon di gettoni è risaputo. Quello che invece è meno noto è che nel conteggio economico delle attività istituzionali di ogni consigliere finiscano anche una serie di voci di spesa che il Comune, ogni mese, somma ai 500 euro lordi che spettano per diritto ad ogni politico: ovvero i rimborsi alle aziende e i rimborsi chilometrici. Oltre al denaro per i gettoni presenza, (50 euro per un tetto massimo di 11 presenze) per ogni seduta del parlamentino di zona, dalle casse di palazzo Marino fuoriescono anche i soldi per i rimborsi spesa da erogare alle aziende. Essendo, nella maggior parte dei casi, i politici di zona anche dipendenti pubblici e privati, il Comune deve risarcire alle aziende, per cui i consiglieri lavorano, il corrispettivo in denaro delle ore di assenza dal lavoro che sono state necessarie ai consiglieri per l’espletamento della propria attività istituzionale come per esempio la partecipazione ad una commissione o ad una seduta di consiglio per intenderci. Insomma una sorta di «do ut des» tra il Comune e i privati che palazzo Marino puntualmente si preoccupa di saldare ogni fine mese. Una voce di spesa che nella zavorra dei costi generali della politica dovrebbe assumere un peso minore se non fosse che, in alcuni parlamentini di zona, molte commissioni e sedute di consiglio vengono fissate proprio di pomeriggio e quindi durante l’orario di lavoro.
Caso esemplare di questo tipo di attività è il Consiglio di zona 3. In tre anni, dal 2006 al 2008, per sei consiglieri, così come dimostrano i documenti protocollati e depositati a palazzo Marino, il tetto di spesa per i rimborsi alle aziende è stato di circa 75mila euro. Nel 2006 il Comune ha dovuto elargire 10 mila euro di spesa, 33mila 942 euro nel 2007 e 32mila 617 euro nel 2008, dato incompleto perché alcune richieste di rimborso sono ancora oggi al vaglio del direttore di settore della zona 3. Decisamente meno importante, come si sarà visto, la spesa per l’anno 2006 ma solo per un motivo: il nuovo mandato è stato conferito ad anno in corso per cui le attività del Consiglio sono cominciate circa a metà anno, a giugno per la precisione. Il recordman, invece, tra i consiglieri, per il rimborso alle aziende, tocca ad un politico che milita nelle fila dell’opposizione. Nel 2007 il Comune ha dovuto elargire alla sua azienda ben 11mila euro.
Ma non è finita, perché a far impennare il pallottoliere dei conteggi per le spese ai consiglieri anche i rimborsi chilometrici. Per l’appunto due consiglieri, sempre in zona 3, questa volta della maggioranza, dichiarano di abitare fuori città. Uno di loro abita a 95 chilometri di distanza dal capoluogo meneghino, per lui il rimborso chilometrico per l’anno 2008, considerando i 95 chilometri per l’andata e i 95 chilometri per il ritorno è stato di quasi mille euro al mese che moltiplicato per 12 fa una media di 10mila euro all’anno tolti i giorni per le vacanze estive e quelle natalizie. Il tutto documentato da atti ufficiali.
E in alcuni consiglieri si è già insinuato il tarlo del dubbio: «Io non so - ammette Andrea Ancora, presidente della commissione Sicurezza - se alcuni consiglieri abitino fuori Milano perché non divido la casa con loro, certo è che se fosse così la distanza non sarebbe funzionale alla conoscenza del territorio e al contributo che questi possano dare alla risoluzione dei problemi della zona».
A far scattare il campanello d’allarme è, però, il caso di un consigliere che, nel 2008, ha richiesto mensilmente il rimborso chilometrico per affrontare un viaggio di 75 chilometri e raggiungere la sede del parlamentino: «Circola voce e l’ho sentito anch’io - continua Ancona - che questo consigliere utilizzi la macchina aziendale anche per venire in Consiglio i rimborsi sarebbero perciò fasulli, ma io non ho nessuna certezza. In questo caso, per una questione di correttezza e trasparenza, chi di dovere dovrebbe fare dei controlli, questo compito non spetta a me».
Insomma tra rimborsi alle aziende e rimborsi chilometri dalle casse del Comune e quindi da quelle dei contribuenti milanesi in tre anni sono volati via quasi 100mila euro. Eppure per risparmiare più della metà di questo denaro basterebbe spostare le sedute di Consiglio e delle commissioni solo di qualche ora, magari dopo le sei di sera.

Più efficienza lavorativa e meno spreco di denaro pubblico.

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