Alessandra Miccinesi
Donne & pace: unamericana, unisraeliana, e una palestinese. Tre volti femminili - Natalie Portman, Hana Laszlo, Hiam Abbass - di lingua e nazionalità diverse, i cui destini si intrecciano nella Free Zone, lingua di terra senza dogana ai confini tra Iraq e Giordania. Metafora di un luogo in cui, grazie al commercio libero da tasse, la convivenza tra ebrei e palestinesi (e americani) vola oltre lutopia. Con Free Zone, un film di Amos Gitai che rinnova lurgenza di riallacciare un dialogo di speranza e pace tra i popoli, il regista israeliano ci guida in un ideale viaggio verso la «terra promessa» consentendo a tre donne di origini e culture apparentemente inconciliabili di solidarizzare e sostenersi reciprocamente (Eden).
Coppie in crisi e imperi miliardari contesi (una guerra coniugale transalpina da morir dal ridere) con due belle donne che si contendono luna (Kristin Scott Thomas) il marito, e laltra (Alice Taglioni) l'amante. Il bellAntonio in questione (Daniel Auteuil) è Pierre Lavasseur, manager fedifrago e impenitente che tradisce la moglie con una spumeggiante modella. Trama leggera per una commedia degli equivoci - Una top model nel mio letto, regia di Francis Veber - riscattata dal ritmo e dal talento degli interpreti (in 13 sale).
Vite fraintese, ma piene di speranza. È il nocciolo del film Una cosa chiamata felicità, di Bohdan Slama che racconta una difficile storia di amicizia e sopravvivenza. Quella di tre amici di una remota periferia industriale della Repubblica Ceca che tra disagi psichici, depressioni latenti, e complicate relazioni sentimentali si sostengono lun laltro per cercare di vivere unesistenza degna di questo nome (Greenwich e Mignon).
Altro triangolo disturbato, altro film drammatico è Bubble film indipendente diretto dal maestro Steven Soderbergh.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.