Zorro infilza il sindaco a colpi di rime taglienti

Si firma Elettore pentito e ogni giorno inonda Horcajo di poesie. Il primo cittadino replica con la stessa arma. In un’escalation di risate

da Madrid

Da quasi un anno e ogni mattina, a Horcajo de los Montes, paesino di poco più di mille anime nella regione centrale di Castilla-La Mancha, gli abitanti fanno a gare per svegliarsi prima degli altri e precipitarsi in strada a raccogliere foglietti come fossero banconote da cento euro. Ma non è una manifestazione esagerata di senso civico, ma la curiosità di leggere una nuova poesia del Votante Arrepentío, forma dialettale spagnola di Elettore pentito, ovvero un misterioso individuo che da mesi dissemina le calli del paese con foglietti dattiloscritti fitti di strofe rivolte al primo cittadino di Horcajo e alla sua politica. Nei foglietti di questo ex elettore deluso, in perfetta rima, viene criticato senza pietà l'operato del sindaco Alfredo Prado, del Partito popolare. Una forma di protesta curiosa e originale che ha iniziato a interessare i giornali spagnoli e a infiammare di entusiasmo di questo paesino sonnolento adagiato tra le montagne.
Tutto è iniziato lo scorso maggio con il ritrovamento di una prima opera di sette strofe. Un verso diceva: «Una volta ero tuo amico / ma ciò che ora a te dico / è che sei il sindaco peggiore / senza remore e pudore... ». E via con decine e decine di versetti lasciati per le strada con critiche e accuse alla politica del sindaco. Alfredo Prado, da parte sua, per otto mesi gli ha risposto in rima, intrecciando un fitto carteggio di sonetti, con grande sollazzo dei suoi cittadini: «Non è un elettore deluso - l’opinione di Prado - ma uno dei candidati socialisti, sconfitti alle elezioni». E si è lasciato sfuggire il suo facile poema scritto poco prima della riunione del Consiglio comunale: «Non è addolorato, non è amareggiato / ma solo uno che è stato trombato». L'identità dell’Elettore pentito però è rimasta un mistero.
E i versetti hanno continuato a riempire i marciapiedi di Horcajo, con rime sempre meglio costruite, critiche più taglienti e accuse sempre più precise. Una montagna di carta a cui il sindaco ha tentato di rispondere, spesso nel modo goffo di chi alla poesia non è avvezzo. Alla gara, hanno contribuito, il fioraio, il lattaio, il droghiere, tutti coloro che tifavano per il primo cittadino, deriso in pubblico. Questo fino a quando Prado non ha esaurito il suo humour e ha perso la pazienza, presentando al tribunale provinciale di Ciudad Real denuncia contro ignoti e chiedere di aprire un procedimento giudiziario per calunnia e diffamazione. Una mossa che nella poetica mente dell’Elettore pentito ha significato una vera e propria dichiarazione di guerra, con conseguente inasprimento dei sonetti che, spogliati del delicato sfottò iniziale, sono diventati veri insulti come «bugiardo, ladro, falso, mafioso», e via col turpiloquio.

Così l’Elettore pentito è diventato l’Elettore incattivito, ma non ha perso quei fan che al mattino ancora si affannano a raccogliere le copie dei nuovi versi, prima che i sostenitori di Prado passino con la ramazza per cancellare ogni insulto e togliere dalla vista quei sonetti insolenti e ingiuriosi: «Va bene criticare la gestione di un sindaco, ma è da codardi farlo in modo anonimo».

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