Favori e spintarelle, spunta anche un giudice

Il magistrato della Corte dei conti Sancetta parla al telefono con un impresario in odore di camorra: "La cameriera ha rotto il bagno, ci pensi tu?". E poi tentava di farsi organizzare un incontro con Verdini per arrivare a Schifani

Favori e spintarelle, spunta anche un giudice

Ci sono i grandi lavori per il G8. Ma ci sono anche le piccole esigenze domestiche. Mario Sancetta, magistrato, presidente di sezione della Corte dei conti, ha i suoi guai da risolvere: «Io c’ho una cameriera che mi ha rovinato un bagno fatto da poco... che c’era la vasca». Ma non è il caso di perdersi d’animo. All’altro capo del telefono c’è Rocco Lamino. Rocco Lamino è fra i soci del Consorzio Stabile Novus, in cui compare per esempio l’impresa di Francesco Piscicelli, l’imprenditore che avrebbe riso la notte del terremoto dell’Aquila. Sancetta insiste: «In sostanza mi ha rovinato un bagno e io siccome detesto le cose brutte... volevo fare una scelta e mettere magari la cabina doccia».

Lamino è uomo di mondo e ha la soluzione pronta: «Io il 27 mattina faccio arrivare l’architetto con i dépliant già con delle disposizioni e eventualmente si devono fare sia i condizionatori che il bagno già con delle idee e con un po’ di materiale fotografico da vedere... in modo che il 27 si inizia il balcone e nelle giornate del 27 e del 28 si decide e si va a prendere tutto il materiale per il bagno».

«Lamino - annotano i carabinieri - dà subito disposizioni a De Luca Antonio dell’impresa Lara Costruzioni per iniziare dal lunedì successivo i lavori presso l’abitazione del presidente».
Ma Sancetta non ha nemmeno il tempo di ringraziare, perché è scosso da un amletico dubbio: «È più conveniente, come magistrato della Corte dei conti, occuparsi del ramo Anas o di quello Eni?» Lamino, non si sa bene a che titolo, offre la risposta: «L’Anas è la prima. Perché con l’Eni si va fuori. Ma la prima è la migliore perché veramente significa star presenti su tutto il territorio nazionale... perché davvero ce n’è bisogno voglio dire di entrare nell’ingranaggio delle manutenzioni... a vita perché veramente le strade hanno bisogno di manutenzione per tutta la vita».

Lamino è un personaggio che non finisce di stupire. È in ottimi rapporti con il magistrato, angustiato per il bagno rovinato, ma in coppia con Antonio Di Nardo, il funzionario del ministero delle Infrastrutture finito nel registro degli indagati per gli appalti del G8, avrebbe chiesto un prestito per conto di Piscicelli al clan dei Casalesi. E Piscicelli definisce Di Nardo e Lamino «soggetti pericolosi». Non basta, perché Di Nardo, Lamino, Sancetta e Giuseppe Tesauro, autorevole membro della Corte costituzionale, sono tutti insieme nell’immobiliare Il paese del sole, costituita il 26 giugno 2007 a Napoli con un capitale sociale di 100mila euro.
E così richieste e intercettazioni si incrociano e sovrappongono in una giostra continua.

Sancetta si dà un gran da fare anche sul fronte delle raccomandazioni: promuove se stesso, accreditandosi per la poltrona di capo di gabinetto del presidente del Senato Renato Schifani, poi porta in palmo di mano un conoscente.
In effetti, Sancetta, che in passato ha collaborato con il ministro Lunardi, ha un chiodo fisso: andare a lavorare con Schifani. E per questo si rivolge a Di Nardo. Lo bombarda perché organizzi un meeting con Denis Verdini per arrivare a Schifani: «Io siccome so che il presidente del Senato non ha ancora fatto il capo di gabinetto... sa lì sono forse non lo vuole fare... ha avuto pressioni... insomma tanto per provare a sentire... che ne dice lei?».

Ma Sancetta è inesauribile. Ed è già oltre. Altro capitolo, altra richiesta: «Io c’avevo un ragazzo che...

diciamo così che è un perito... non mi ricordo cosa insomma, per farlo lavorare un poco... ma insomma per inserirlo bene... non mi pare che è un geometra... gli posso chiedere perché se era geometra... a titolo di cronaca poi vediamo».

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