Ristorante di Sassari. Luglio 2011. Scena, atto primo: un alto magistrato della città e un ispettore del ministero della Giustizia, già in servizio a Trani, degustano un piatto di pesce quando nel locale irrompe una donna che non sembra aver voglia di pranzare. È abbastanza su di giri, decisa a farsi giustizia di un qualche torto subito da uno dei due commensali. Il tempo di individuare il tavolo giusto e la borsa della signora finisce violentemente in faccia allo 007 di via Arenula, che crolla a terra, semisvenuto, una maschera di sangue. Seguono insulti e accuse. La toga padrona di casa prova a separare laggredito dallaggressore. Intervengono i camerieri, mentre un cliente seduto vicino chiama lambulanza perché lispettore è conciato male. La rissa finisce lì: la signora, soddisfatta, se ne va. Lispettore finisce immediatamente sotto i ferri dellospedale cittadino: 17 punti di sutura e interventi di chirurgia plastica a ricomporre il viso. Così, almeno, la racconta la vittima dellaggressione in un esposto in procura e al Csm.
Lecce, atto secondo. Scena: di lì a poco laggredito prende carta e penna e denuncia laggressore, una signora magistrato di Trani, con la quale già da tempo è in attrito per varie questioni legate a complicati rapporti personali. Lesposto è dettagliato e agghiacciante. Le accuse sono incredibili quanto allucinanti. La procura leccese, competente sui magistrati del distretto tranese, apre immediatamente un fascicolo, altrettanto fa il Consiglio superiore della magistratura. Lei reagisce denunciando lui per stalking dando così vita a un altro fascicolo e non si capisce più se sia solo lei indagata, se lo sia anche lui, e se entrambi ricoprano pure la figura di parti offese. Un casino. Un groviglio di accuse via sms, mail, telefonate, piazzate sotto casa, urla, schiaffi, liti furibonde, danneggiamenti di auto, addirittura un video, per non parlare delle minacce di morte a familiari e parenti. Per capire chi abbia cominciato prima e/o continuato poi, i pm di Lecce dispongono una perizia tecnica affidata a un consulente esperto di telefonia e computer chiamato a riesumare la memoria dei 5 telefonini sequestrati a lei e del pc sequestrato a lui. La procura, intanto, interroga lei e interroga lui. A lui vengono fatti vedere documenti e chieste delucidazioni su alcuni fatti gravi: lesistenza di filmini a luci rosse, alcune decisioni favorevoli adottate dal magistrato donna nei confronti di persone da lei conosciute, lacquisto di autovetture e di case, i rapporti con uomini dellArma. Esce fuori di tutto, e tanto di più. Uno spaccato indescrivibile della realtà tranese che ruota intorno al tribunale. Anche storie pruriginose, oltre che di ripicche e di vendette con altri appartenenti allordine giudiziario, con avvocati, ufficiali dei carabinieri. Il Csm, caso rarissimo nella sua storia, si muove alla velocità della luce. La donna ha chiesto, invano, di essere spostata a Lucera. Il procuratore generale presso la Cassazione ha invece sollecitato il provvedimento della sospensione dalla funzione e dallo stipendio tanto sarebbe grave, a suo avviso, il comportamento tenuto dal magistrato di Trani. Addirittura si vocifera di un intervento del Quirinale. Alla fine la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli reputa la richiesta del pg esagerata ma prende comunque una decisione dura, senza se e senza ma: trasferimento durgenza, immediato, per la signora magistrato da Trani a Matera. Ma non è tutto. Sullo sfondo, stando alle carte depositate, vi sarebbe anche una traccia che porterebbe a retroscena inquietanti sulla genesi dellinchiesta della procura di Trani nei confronti di Berlusconi, quella nota come Agcom-Minzolini, sulle pressioni per bloccare la trasmissione televisiva di Michele Santoro, Annozero. Protagonista indiretta, anche qui, la signora in toga e un altro magistrato col quale la donna avrebbe avuto rapporti diventati col tempo più che conflittuali.
Allufficialità della notizia dellinchiesta e del provvedimento del Csm corrisponde lufficiosità del vortice di pettegolezzi che da mesi tiene banco negli uffici giudiziari di Trani e Lecce, per non dire dei commenti increduli al Csm a Roma.
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