Ndrangheta, fango giustizialista su Milano

Le mani della ’ndrangheta sulla politica milanese. E sul ministro Ignazio La Russa che minaccia («per la prima volta nella mia vita»), di querelare un giornalista. «Impari a pensare prima di scrivere» alza la voce mostrando senza paura il titolone choc in edicola ieri mattina del Fatto quotidiano, il foglio giustizialista dell’ex direttore dell’Unità Antonio Padellaro e di Marco Travaglio: «’Ndrangheta: votate Pdl, Inchiesta della Dia: nel 2009 uomini legati alle cosche puntavano a Milano su La Russa, Fidanza e Ronzulli». Durissima la replica del ministro: «Nuotano nella melma». Prima di raccontare del pentito che «ha rivelato al procuratore generale di una città importante il progetto di un attentato contro di me». Una minaccia che ha costretto il comando dei carabinieri a potenziare la scorta del ministro in pericolo di vita. «Io, grazie a Dio, le cosche le combatto».
L’affresco del Fatto ha come scenario Trezzano sul Naviglio. I protagonisti sono il consigliere comunale del Pdl Michele Iannuzzi oggi in carcere perché sospettato di essere legato a una società in affari con la ’ndrangheta e Alfredo Iorio. A comparire il nome di La Russa come candidato da votare. «Io Iannuzzi non lo conosco - replica il ministro - Ma mi sono informato, era un consigliere comunale perbene e non era mai stato raggiunto da un’iniziativa giudiziaria. Lo ringrazio perché diceva di votare La Russa. Che facesse campagna per me lo trovo normale, naturale». Poi ricorda di aver preso oltre 230mila voti in quattro regioni, dei quali appena qualche decina a Trezzano. «Non ho mai intrattenuto, e sarebbe contrario ai miei principi, rapporti a fini elettorali con persone che mi possono chiedere qualcosa che sia anche di una sola virgola al di fuori della legalità. Sono disgustato». E ricorda la sua attività a Montecitorio. «Sono stato per sette anni capogruppo. Vadano a vedere cosa abbiamo votato. Quei giornalisti mi dicano se i miei comportamenti possono piacere a chi viola la legge». Di contorno e in ordine sparso compaiono anche i nomi di Carlo Fidanza, Marco Osnato, Licia Ronzulli, Giulio Gallera, Alessandro Colucci, Angelo Giammario, Stefano Maullu e Fabio Altitonante. Per rendere il tutto più piccante la cosca Papalia-Barbaro, radici a Platì e affari a Buccinasco e accennate relazioni della Dia. «Una vergogna. In quell’articolo ci sono solo quattro frasi virgolettate non si sa bene perché e un po’ di fumo. La vergogna è nel titolo.

La solita tattica del Fatto che lancia il sasso e nasconde la mano. L’altra sera a Rai3 l’ho chiamato il Ratto quotidiano. È gente che ruba verbali e intercettazioni. E poi strumentalizza tutto. Ma ne risponderanno davanti a Dio, davanti agli uomini e davanti alla legge».

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