(...) non riportare alcun dato anagrafico. In certi casi, per permettere ulteriori operazioni con il materiale contraffatto sono stati falsificati anche documenti, come carte d'identità, passaporti o tessere da giornalisti.
Nella vasta rete di traffici sono stati acquistati anche libretti di deposito presso banche estere in celebri paradisi fiscali e titoli bancari utilizzati per garantire false fideiussioni a note squadre di calcio, di cui, al momento, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
Dunque un'inchiesta lunga e articolata, iniziata oltre un anno e mezzo fa, che ha visto coinvolta un'estesa rete criminale, operante all'estero e in cinque regioni italiane- Liguria, Campania, Lombardia, Lazio e Calabria- ma che aveva il nucleo operativo a Chiavari. A finire in manette per un'ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere finalizzata alla clonazione/contraffazione ed indebito utilizzo di carte di credito e debito bancarie, frode informatica e falso, al momento sono sei soggetti: «L'ingegnere», la vera mente del gruppo, Francesco Lo Monaco, nato a Roma ma residente in Calabria; Luca Grassi, la costola di Lo Monaco, nullatenente con precedenti penali, e residente a Chiavari; Enrico Fustinoni, nato e residente a Genova ma che per il gruppo aveva il presunto incarico di «corrispondente estero», in Spagna e Francia soprattutto, come «procacciatore» di altri codici da clonare; Fabio Fioravanti, uno degli esercenti compiacenti, con un'attività di ceramiche a Savona e alcune succursali a Milano; Mirna Valesi, genovese, compagna di Fustinoni, che si ipotizza essere la ricercatrice di negozi compiacenti e Claudia Palka Della Croce, residente a Genova, ma di origine argentina, una delle commesse coinvolte nell'inchiesta. Al momento sono solo 12 i titolari di attività commerciali che dovranno rispondere del reato di concorso nell'indebito utilizzo di carte di credito clonate.
Negozianti duplicavano le carte dei clienti
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