Riceviamo e pubblichiamo.
Vi scrivo in merito alla pubblicazione avvenuta in data 16 luglio 2016 sulla copia cartacea del Vostro quotidiano e su quella on line "il Giornale.it" dell'articolo dal titolo: "Pure Renzi cade sul cognato. Riciclaggio di fondi Unicef". L'articolo in questione, nel riportare la notizia di un'indagine, peraltro ancora in corso, risulta fortemente lesivo della mia reputazione e dignità per ipotesi di reato che ad oggi sono lungi dall'essere stati accertati dagli inquirenti e acclarati giudizialmente. Segnatamente il brano giornalistico indicato nel passaggio di seguito citato: "Riciclare denaro proveniente da organizzazioni umanitarie per acquistare quote di società. Ecco l'ultimo sotterfugio escogitato dalla famiglia Renzi e di cui sono protagonisti Andrea Conticini, bolognese, laureato in Teologia, cognato del premier e marito della sorella Matilde, e i suoi due fratelli, il gemello Luca e il più grande Alessandro", risulta pesantemente offensivo ed è stato riferito senza il necessario e dovuto filtro ipotetico. Quanto citato non riporta una notizia.
Vi chiedo, pertanto, di voler provvedere ai sensi di legge, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione e con il risalto analogo riservato all'articolo stesso.
Cordiali saluti.
Ing. Luca Conticini
Tanto gira che ti rigira i nodi vengono sempre al pettine. E i parenti serpenti pure. La famiglia Renzi (allargata) è ancora una volta al centro di strani affari dopo gli intrecci fra il padre del premier e Banca Etruria per realizzare outlet. Questa volta però babbo Tiziano non c'entra nulla.
Riciclare denaro proveniente da organizzazioni umanitarie per acquistare quote di società. Ecco l'ultimo sotterfugio escogitato dalla famiglia Renzi e di cui sono protagonisti Andrea Conticini, bolognese, laureato in Teologia, cognato del premier e marito della sorella Matilde, e i suoi due fratelli, il gemello Luca e il più grande Alessandro. Accuse pesanti: Andrea è indagato per riciclaggio, gli altri due per appropriazione indebita.
Come riporta Stefano Brogioni di Qn, i pm hanno scoperto un sospetto giro di denaro transitato da organizzazioni umanitarie come l'Unicef (del quale Alessandro Conticini era direttore ad Addis Abeba) o la Operation Usa (un'associazione no profit che si occupa di sostegno ai popoli di Paesi in via di sviluppo colpiti da epidemie o tragedie), verso la «Play Therapy Africa Limited» diretta dallo stesso Alessandro Conticini, impegnata anch'essa nel campo della cooperazione internazionale.
Ingenti somme di denaro sarebbero poi state dirottate direttamente sui conti personali dello stesso Alessandro, «in assenza dicono i magistrati di idonea causale». A quel punto i soldi venivano «affidati» da Alessandro e Luca al terzo fratello, Andrea, appunto. Il cognato del premier Renzi, per conto dei fratelli, acquistava quote di società con quel denaro che i pm fiorentini ritengono «provento di reato».
Un meccanismo ben architettato (iniziato nel 2011 quando Renzi era sindaco di Firenze e andato avanti fino al 2015) da svariate centinaia di migliaia di euro, scoperto dalla Banca d'Italia, che ha segnalato il movimento sospetto alla procura di Firenze. Qualche sera fa il blitz della Finanza a casa della sorella del premier a Rignano sull'Arno: cercavano file o documenti che provassero l'acquisto da parte del marito di queste partecipazioni (sequestrati faldoni e pc). Le Fiamme gialle hanno perquisito anche le abitazioni degli altri due fratelli Conticini, a Castenaso, nel Bolognese. Gli avvocati, naturalmente, minimizzano. «Attendiamo di conoscere i dettagli dell'inchiesta ma di certo c'è che i Conticini hanno specificamente a che fare con almeno due società legate a Matteo Renzi», afferma il capogruppo in Regione Toscana, Giovanni Donzelli.
Ma a parte i legami di parentela, i Conticini con i Renzi hanno sempre avuto a che fare. Andrea Conticini è agente dell'azienda di comunicazione di famiglia, Eventi6 Srl (la società costituita grazie alla cessione di un ramo d'azienda della Chil Post, l'azienda Renzi fallita e per cui è aperta a Genova un'indagine per bancarotta fraudolenta a carico del papà del premier), e pure della DotMedia, altra società di comunicazione che ha tra i soci anche il fratello Alessandro (fino al 2013 possessore anche del 20% della Eventi6).
Dal 2010 al 2012 (Matteo Renzi era sindaco) DotMedia ha ricevuto dal nulla oltre 200mila euro di commesse dal Comune e dalle sue partecipate come Firenze Parcheggi (presieduta da Marco Carrai), Publiacqua (nel cda sedeva Maria Elena Boschi) e ha curato la comunicazione di due Leopolde e la campagna elettorale alle primarie del 2012.Renzi dovrebbe prendere lezioni da Gianfranco Fini: mai fidarsi dei cognati.
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