Catania - La depressione, il caldo e il sospetto di essere tradito. Sono questi, per gli investigatori, gli elementi alla base del dramma della gelosia sfociato con un omicidio e un tentativo di suicidio a Santa Venerina dove un operaio di 54 anni, Alfio Giuseppe Fresta, ha ucciso, sgozzandola con più colpi di un grosso cutter professionale, la moglie, Rosaria Morra, di 48 anni, casalinga. L’uomo ha poi tentato di togliersi la vita con un coltello da cucina rivolto verso l’addome, ma si è ferito in maniera non grave. Adesso è ricoverato nell’ospedale di Giarre piantonato dai carabinieri. Il dramma della gelosia si è consumato nell’abitazione della coppia, in contrada Dagala del Re di Santa Venerina, paese alle pendici dell’Etna a 30 chilometri da Catania.
Testimoni i figli In casa c’erano i quattro figli minorenni della coppia. Sono stati loro stessi a rivelare che il padre aveva accusato ingiustamente la moglie di tradirlo con un altro uomo. All’omicidio avrebbero assistito i due figli più grandi: 16 anni lui, 17 lei. È stato il sedicenne a lanciare l’allarme: "Presto scappiamo, papà è impazzito", avrebbe detto agli altri due fratelli, di 12 e 4 anni, che erano in un’altra stanza. Ma prima ha fatto scappare la sorella, che il padre sospettava, ingiustamente, coprisse l’inesistente relazione extraconiugale della madre. "Fuggi - le avrebbe detto - prima che uccida anche te". Poi il ragazzo è entrato nella stanza da letto degli altri due suoi fratelli e di corsa li ha portati in salvo, lontano dalla casa.
Raptus di gelosia I quattro si sarebbero recati a piedi in casa di alcuni parenti che abitano nella stessa zona, con i quali sono rimasti fino all’arrivo dei carabinieri della compagnia di Giarre. I militari hanno fatto irruzione in casa e hanno trovato la donna per terra, nella sua stanza da letto, in una pozza di sangue. Il marito, al culmine della lite, l’avrebbe afferrata alle spalle con violenza più volte al collo, sgozzandola e quasi mozzandole la testa. Fresta avrebbe poi tentato di uccidersi nella veranda di casa, piantandosi il coltello nell’addome, ma le sue condizioni non sono gravi. I vicini di casa si sono detti "sorpresi dalla tragedia". "Era una famiglia normale - spiega una donna - mai sentito parlare di dissapori tra marito e moglie. Relazione extraconiugale? Ma se lei lavorava in casa dalla mattina alla sera per accudire la famiglia che era numerosa...".
Sulla tragedia di Santa Venerina sono due le procure della Repubblica di Catania attivate: quella distrettuale, che si occupa dell’uxoricidio, e quella per i minorenni che dovrà adesso decidere sul futuro dei figli della coppia.