Miriam DAmbrosio
Un omaggio a Woody Allen, creando uno spettacolo che procede per frammenti intervallati a note. Frammenti catturati dagli articoli di Allen pubblicati sul Newyorker, dalle sceneggiature, dalle commedie.
Woody Allen Café è proprio un viaggio nella comicità stralunata e cinica del regista, viaggio organizzato da Emilio Russo, direttore artistico del Teatro Filodrammatici, che ha pensato alla «drammaturgia», dagli attori Milvia Marigliano, Gianni Quillico, Chiara Petruzzelli e Nicola Stravalaci, accompagnati dalle improvvisazioni dei jazzisti Franco Finocchiaro (contrabbasso), Ferdinando Farò (batteria), Vittorio Castelli (sax e clarinetto), Salvatore Spano e Paolo Alderighi (al piano).
La regia è di Marco Balbi, professione attore, che affronta per la prima volta unesperienza registica.
Lo spazio che accoglie lo spettacolo fino a mercoledì sera è il Cortile dellOsservatorio dellAccademia di Brera, un grande contenitore, una specie di palestra culturale internazionale che con larte e nellarte, annulla i confini e i conflitti.
Il cortile diventa il café, ma in realtà non cè unambientazione precisa. Tutto è creato dalle luci e da pochi elementi scenici. In questa specie di collage, «i temi fondamentali sono tre - ricorda Russo - linfanzia dellautore, il suo rapporto con le donne e la religione».
«Per un attore lavorare sui testi di Woody Allen è come per un falegname lavorare con San Giuseppe», aggiunge Balbi.
«Io ero meno coinvolta e più scettica allinizio - racconta Milvia Marigliano - la comicità molto americana di Allen mi appartiene poco e ho avuto qualche difficoltà, anche perché non cè commedia, filo conduttore, sono solo frammenti di storia. Lavorandoci, bisogna fare propria quella comicità, assimilarla. Allen è profondo, pessimista, leggero e impone di voltare pagina continuamente seguendo un determinato tempo comico. I suoi attori sono sempre estremamente veri. Anche i momenti ridicoli sono attraversati dalla verità - poi sorridendo conclude - delle mie battute, quella che mi piace tanto è: non credo nel sesso libero. Credo che ci si dovrebbe accoppiare a vita come i piccioni e i cattolici».
Lapproccio di Gianni Quillico è stato diverso. «Allen mi piace moltissimo, siamo di fronte a un mito - dice con entusiasmo - ci siamo accostati con rispetto e paura e ci siamo anche divertiti. Sono situazioni in cui ritroviamo un po della nostra vita, riconoscendoci. Ipocondria, problemi di coppia, morte, malattia, cè tutto Allen - e conclude anche lui con una battuta amata e famosa - il cervello è il mio secondo organo preferito».Gli attori scherzano, ridono pensando ai dialoghi, spezzati dalla musica che non è sottofondo, ma elemento drammaturgico.
A intervalli appare un video in bianco e nero, con altri attori. Paolo Bessegato, Gianni Mantesi, Antonio Guidi e Natale Ciravolo, raccontano la vita di Allen, interprete tenero e spietato della società contemporanea.