Vladimir Putin

È il senatore repubblicano John McCain, “nemico giurato” del neo-presidente Donald Trump, ad aver consegnato al direttore dell’Fbi James Comey, qualche settimane fa, il discusso fascicolo che collegherebbe la campagna presidenziale del tycoon, Mosca e i servizi d’intelligence russi e confermerebbe la teoria, smentita sia da Trump che da Putin, che il Cremlino abbia interferito direttamente nelle elezioni americane con lo scopo di far prevalere il candidato repubblicano

Roberto Vivaldelli
I repubblicani vuotano il sacco: "Noi dietro il dossier su Trump"

La Russia al centro del discorso pronunciato da Rex Tillerson durante l'audizione per la ratifica della sua nomina a segretario di Stato da parte del Senato: resta la linea dura nelle relazioni bilaterali tra Washington e Mosca

Alessandra Benignetti
Tillerson al Senato: "Russia e Usa forse non saranno mai amici"

Il Montenegro è ufficialmente il ventinovesimo paese membro della NATO: l’ultimo scoglio per l’ingresso di Podgorica nell’alleanza atlantica, era rappresentato dal voto del Parlamento italiano sul DDL di ratifica del protocollo di adesione del paese balcanico e quindi adesso la bandiera montenegrina potrà sventolare a Bruxelles assieme alle altre 28

Mauro Indelicato
Montenegro nella Nato ​I nuovi equilibri mondiali

È stato reso pubblico il rapporto delle agenzie americane che accusa la Russia di aver influenzato, tramite l’hakeraggio di informazioni sensibili, il voto delle presidenzialiUsa. Ed è subito controversia. Donald Trump minimizza, mentre i suoi avversari, che non demordono nonostante siano stati battuti nel voto popolare, cavalcano l’asserito scandalo

Piccole Note
Il voto Usa e i fantasmatici hacker russi

Entro il 2020 la Russia avrà in servizio attivo dieci stazioni di ricerca, sedici porti, tredici aeroporti e dieci radar di difesa aerea. Le strategie militari, le implicazioni commerciali e le risorse dell'Artico

Franco Iacch
Russia, la valenza strategica dell'Artico

Il cessate il fuoco entrato in vigore a mezzanotte tra il 29 ed il 30 dicembre in Siria, promosso da Russia e Turchia, ratificato dal governo di Damasco, da diverse sigle armate dell’opposizione (Esercito Libero Siriano, Ahrar al – Sham, Jaysh al Islam e altre sigle minori per un totale di circa 50.000 combattenti) e sostenuto con una risoluzione adottata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sancisce, nonostante le violazioni già registratesi nelle ultime ore, una nuova fase del conflitto siriano

Matteo Bressan
Lo scacco di Putin all'America divisa tra Obama e Trump
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