La stanza di Feltri

La sinistra usa sempre il doppiopesismo

Coloro che si scandalizzano per il fatto che il generale sia candidato sono gli stessi ad avere candidato una persona con la fedina penale sporca

La sinistra usa sempre il doppiopesismo

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La sinistra usa sempre il doppiopesismo

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Caro Vittorio,
stavolta la sintesi mi si confà perché è più diretta. È tra un generale che ha servito la Patria onorevolmente e si è semplicemente permesso di ribadire solo la verità della normalità in un mondo ormai al contrario e una maestrina che si reca in un Paese straniero armata di nefaste volontà e vere e proprie armi bianche per mettere in pericolo vite altrui che sta la differenza tra chi vuole servire un popolo e chi vuole servirsene. Gradirei un suo religioso parere nella Stanza più austera della nostra Casa che è Il Giornale, come io da quaranta anni definisco quello di Montanelli e Feltri.
Domenico Sarno
Cava de' Tirreni (Sa)

Caro Domenico,
sul punto mi sono già espresso proprio nel momento in cui è stata diffusa la notizia della candidatura del generale Vannacci, cosa che ha immediatamente suscitato da parte delle opposizioni le solite scontate polemiche. Oramai esse non si cibano che di questo mangime. E ho fatto presente proprio codesto controsenso: coloro che si scandalizzano per il fatto che il generale, dal curriculum di tutto rispetto, sia candidato sono gli stessi ad avere candidato una persona con la fedina penale sporca, senza titoli né competenze, la maestra Ilaria Salis, attualmente detenuta in Ungheria in attesa di giudizio. Ritengo che chi candida in Europa un soggetto sotto processo in un Paese che peraltro compone quella stessa Unione europea per reati che hanno a che fare con la violenza esercitata su altri individui in virtù di un pensiero non condiviso, che dunque non si riesce ad accettare e tollerare, non può considerarsi democratico e in qualche modo manifesta di giustificare e convalidare tali metodi, ossia quelli di cui Salis è accusata di essersi servita. Democrazia è rifiuto del ricorso alla forza bruta per affermare le proprie idee, essa non implica la punizione o l'aggressione nei confronti di chi non la pensa come noi. Ma questo la sinistra dimostra costantemente di non saperlo. E sempre di più essa estrinseca questa tendenza alla repressione della libertà di pensiero, al rigetto di qualsiasi cosa non si conformi a quella visione del mondo e della società che i progressisti impongono. Visione che viene ribaltata dal generale Vannacci il quale nel suo libro non fa altro che scrivere quello che tutti pensano ma che nessuno ha più il coraggio di pronunciare a causa di quella dittatura del politicamente corretto partorita e diretta dalla sinistra medesima la quale ti costringe a divenire come lei per evitare di essere bastonato, talvolta non solo metaforicamente. È questa la colpa di Vannacci. Ma per quelli come noi, come me e come te, si tratta di un merito.

Ogni azione e ogni parola della sinistra finiscono con il farla cadere nella fatale contraddizione. Faccio presente a tal proposito che le opposizioni chiedono, da quando il governo Meloni si è insediato, le dimissioni ora di questo e ora di quello. In questo momento ad essere presa di mira è il ministro del Turismo Daniela Santanchè di cui negli ultimi giorni sarebbe stato chiesto il rinvio a giudizio. Ancora non si sa se ella verrà effettivamente processata, ma ancora non lo è, tuttavia quando ella era ancora soltanto indagata, anzi addirittura ben prima che le venisse comunicato di esserlo, i cosiddetti dem pretendevano che Santanchè si ritirasse. Insomma, candidare una tizia sotto processo per reati che implicano l'odio politico, l'intolleranza, la violenza, l'uso di metodi squadristi, consistenti nel prendere a botte chi non ci garba, va bene, ma non va bene che Santanchè, che non è nemmeno sotto processo, stia dove sta. Insomma, ci rendiamo conto della schizofrenia di un simile ragionamento che pure viene difeso senza imbarazzo alcuno? I veri fascisti oggigiorno si chiamano democratici, gente arrogante e violenta la quale pure ciarla di pacifismo, inclusione, integrazione, democrazia, calpestando il valore presupposto: il rispetto dell'altro, a prescindere dalle sue opinioni.

Per quanto riguarda il riferimento a Montanelli, al quale mi assimili, caro Domenico, non sum dignus.

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