
Rosso, verde e giallo. Poi il nero del Califfo. Le macchie di colore che dividono



L’Iraq torna a sviluppare dopo 14 anni il proprio programma missilistico e l’annuncio ufficiale del buon esisto dei primi esperimenti è arrivato ad una settimana esatta dalla liberazione di Mosul

In un paese frastornato e parzialmente distrutto dai vari conflitti degli ultimi anni come l’Iraq, c’è una comune ragione per la quale la guerra non può dirsi conclusa e, al contempo, la pace non può dirsi iniziata

Aleppo prima della guerra contava più di due milioni di abitanti ed era il centro economico principale della Siria, tanto da essere definita ‘capitale del nord’ del paese

Doveva essere una guerra lampo quella irachena, una mera operazione militare di poche settimane volta a togliere un regime accusato di voler costruire delle armi di distruzione di massa e messo nella lista degli ‘Stati canaglia’: quelle accuse, poi infondate, erano del febbraio del 2003 e quella guerra voluta fortemente da Bush junior iniziava il 21 marzo di quell’anno

Per l’Italia la caduta di Gheddafi è stata un autentico disastro: nel forum italo – libico di Agrigento, al fianco di rinnovate volontà volte a ricostruire i rapporti tra i due paesi, emerge forte la consapevolezza dei danni provocati dalla guerra del 2011

Patti di natura economica, ma sul forum pesano instabilità e questione migranti

Dal 2011, anno della deposizione di Gheddafi, ci si è chiesti spesso quale posizione ha preso l’Italia all’interno della crisi libica e come il nostro Paese ha sopperito alla strategica sconfitta derivante dall’abbattimento di un regime molto vicino a Roma politicamente ed economicamente
