Ora Trump inizia a piacere a tutti

Le prime mosse che Donald da presidente ha compiuto non sono state felici, bensì deludenti. Tuttavia ora sembra che il presidente intenda recuperare e non si può sostenere che non lo stia facendo

Ora Trump inizia a piacere a tutti
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Gentile Direttore Feltri, sono alquanto stupito dal fatto che il presidente Donald Trump abbia ottenuto il rilascio di un ostaggio statunitense trattando direttamente con Hamas e sganciandosi in qualche modo dal presidente israeliano. Come legge lei questo evento? E cosa ci azzecca Trump con i terroristi? Sono confuso.

Riccardo Tacconi

Caro Riccardo,
forse abbiamo sottovalutato Donald Trump, il quale è stato indicato dall’élite progressista mondiale come l’uomo della guerra, il pericolo internazionale, ma egli sembra essere semmai l’uomo della pace. Senza dubbio la sua capacità di interloquire con chiunque, da Putin a Zelensky, da Netanyahu ad Hamas, è straordinaria e lo rende risorsa preziosa sul piano diplomatico, tanto più in uno scenario globale, come quello attuale, caratterizzato da conflittualità diffusa e tensioni sempre più accese. La pace si è mostrata essere un miraggio negli ultimi anni, sia sul fronte ucraino che su quello palestinese. Le prime mosse che Donald da presidente ha compiuto non sono state felici, bensì deludenti. Mi riferisco, ad esempio, all’imposizione dei dazi. Tuttavia ora sembra che il presidente intenda recuperare e non si può sostenere che non lo stia facendo. Direi che lo sta facendo alla grande. Fatto importante di cui occorre riconoscergli il merito è l’avvio dei negoziati tra Ucraina e Russia, che dovrebbero essere inaugurati domani a Istanbul, dove è probabile che Trump sarà presente. La grande incognita è: Putin ci sarà o invierà un suo delegato? È stato il presidente russo ad avanzare questa proposta, cioè quella di un faccia a faccia diretto volto a trovare un accordo, e questo mi fa ipotizzare che egli si recherà di persona in Turchia. Ma è anche vero che ad oggi nulla è assodato. C’è chi ritiene che lo Zar non ci sarà e chi immagina che, alla fine, comparirà al tavolo delle trattative. Rientra nella strategia di Putin, a mio avviso, lasciare il mondo nel dubbio, questa sorta di suspense attribuisce ulteriore rilievo e prestigio alla sua persona ed egli forse punta proprio sull’effetto sorpresa: fa crescere ed esaspera la speranza che finalmente si palesi, che la pace quindi sia possibile, ovvero il dialogo, e poi compare, quasi come un salvatore, pur essendo autore di una aggressione militare. Una tattica questa funzionale a rendere la sua apparizione ancora più solenne. Sì, io credo proprio che Putin ci sarà. Del resto, la buona educazione prevede che chi porge un invito partecipi e non che resti a casa. Quanto a Trump, abbiamo scoperto che questo signore sa fare la voce grossa pure con Putin quando serve. E questo lo rende ancora più rispettabile. Sa trattare. Sa intercedere. Sa rapportarsi persino ai terroristi, riuscendo ad ottenere il rilascio di un ostaggio che dal 7 ottobre del 2023 era nelle mani di Hamas. Credi forse, caro Riccardo, che questo sia un punto a suo sfavore? No, stare a capo di una potenza come gli Usa impone di possedere tale abilità, purtroppo rara, quella di mediare e colloquiare con chiunque, non soltanto con chi ci è gradito.

E quello che più mi meraviglia sono state le parole di Hamas a proposito della liberazione di Idan Alexander: «Un atto di buona volontà verso il presidente Trump». Cosa? È uno scherzo? No, è tutto vero.

L’organizzazione terroristica islamica di Hamas, intransigente, rigida, violenta, plateale nei suoi atti sanguinari, composta da spietati sicari, desidera dare prova di buona volontà a Donald Trump. Quest’uomo non piaceva a nessuno, però comincia a piacere a tutti, tranne che a coloro che vorrebbero essere come lui ma non ci riescono.

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