Albania, il governo si blinda. E l'opposizione è disarmata

L'esecutivo mette la fiducia: oggi il voto. La sinistra perde la testa. Giallo sulla definizione "aguzzini" per i poliziotti nei centri di Gjader

Albania, il governo si blinda. E l'opposizione è disarmata
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La sinistra va in Aula senza cartucce per sparare contro il decreto Albania. Giudici ed Europa hanno sganciato due sberle al Pd sull'immigrazione. Ieri il governo ha posto la fiducia, che sarà votata oggi, sul provvedimento che modifica il protocollo tra Italia e Albania per il trasferimento degli immigrati nei centri di Shengjin e Gjader. Dopo la discussione generale, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha comunicato l'intenzione di mettere la fiducia. Poi si è riunita la capigruppo di Montecitorio che ha definito il calendario dei lavori. Il governo Meloni preme il piede sull'acceleratore per il progetto che prevede il trasferimento in Albania, grazie a un'intesa tra i due Paesi, degli immigrati senza titolo per rimanere sul territorio italiano. A fine marzo scorso l'esecutivo ha varato con un decreto una mini modifica al «progetto Albania». Il cuore del decreto prevede la trasformazione dei due centri in Albania, Shengjin e Gjader, in veri e propri Centri di permanenza e rimpatrio (i cosiddetti CPR). Il decreto cambia la destinazione d'uso delle strutture. La misura prevede che i migranti possano restare nelle strutture fino a 18 mesi, il tempo necessario per completare le pratiche di espulsione verso i Paesi di origine. La virata serve per alleggerire la pressione sulle strutture di accoglienza e per svuotare i centri di permanenza in Italia. Con la nuova destinazione, nei centri in Albania finiscono gli immigrati destinati al rimpatrio e che abbiano commessi reati. E si allarga la platea degli stranieri anche a chi già si trova in Italia.

In Aula però la sinistra, dopo la sentenza della Cassazione di tre giorni fa che ha validato il decreto, era praticamente disarmata. In base al verdetto, «la detenzione di un migrante nei Cpr in Albania è legittima anche se la persona fa domanda di richiesta d'asilo». La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal ministero dell'Interno e dalla questura di Roma contro uno dei 14 decreti con cui la Corte d'appello di Roma non ha convalidato il trattenimento di altrettanti migranti a Gjader.

In Aula il deputato dem Toni Ricciardi si è affidato alla solita retorica dello spreco: «I centri in Albania rappresentano un gigantesco buco nero, sia sul piano dei diritti fondamentali sia su quello economico. I lavori per la loro realizzazione sono stati inspiegabilmente secretati: non si conoscono i nomi delle aziende coinvolte, né i criteri con cui sono stati assegnati appalti e subappalti, spesso in deroga alle regole. Un'opacità totale. Cosa sta cercando di nascondere il governo?».

Durante il dibattito non sono mancati momenti di tensione dopo l'intervento della deputata Avs Francesca Ghirra in cui aveva parlato di aguzzini, parlando di «polizia». Riferita agli agenti di Gjadar? Apriti cielo. Poi la precisazione che era riferita alla polizia libica, avvenuta però solo dopo l'intervento della deputata Fdi Sara Kelany in cui ha chiesto alla presidenza di Montecitorio di sanzionare la deputata Avs: «Le persone nei centri di rimpatrio sono degli appartenenti alla polizia di Stato e non possono essere definiti aguzzini, inoltre è inaccettabile l'affermazione che avremmo determinato la strage di Cutro, accusare il governo è gravissimo e chiedo alla presidenza che siano assunti dei provvedimenti nei confronti di queste frasi che sono inaccettabili».

Dure anche il commento della deputata Augusta Montaruli: «Con la pronuncia della Suprema Corte non vi saranno più ambiguità: la struttura albanese è equiparabile a tutti gli effetti ai centri italiani e la procedura d'asilo per il migrante che ne fa richiesta può essere svolta anche nel Cpr albanese senza che questi faccia ritorno in Italia. Sta alle opposizioni ora, se hanno ancora un po' di onestà intellettuale, ammettere di aver sbagliato». E venerdì prossimo la premier sarà a Tirana, al vertice della Comunità politica europea (Epc).

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