La notizia della rottura dell'assedio di Aleppo da parte delle milizie anti Assad è oggetto di differenti letture

La notizia della rottura dell'assedio di Aleppo da parte delle milizie anti Assad è oggetto di differenti letture
Nelle parole del Pontefice il rammarico per il conflitto e la situazione di Aleppo
Secondo Hezbollah, che combatte con Assad, nulla è cambiato nella città siriana
Dopo l’abbattimento dell’elicottero russo nella provincia di Idlib, ecco che arrivano le richieste per la restituzione dei corpi dei militari russi da parte del Coordinamento affari dei prigionieri, organizzazione attiva in Siria che ha il compito di trattare lo scambio di caduti e prigionieri tra le fazioni dei ribelli e l’asse Russia, Siria e Iran
La battaglia in corso ad Aleppo tra le forze del regime di Bashar Al Assad, sostenute dall’aviazione russa, e gli Hezbollah libanesi e le forze eterogenee del fronte dei ribelli non è soltanto l’ennesima e drammatica pagina del conflitto siriano ormai in atto dal 2011. L’offensiva lanciata dai ribelli lo scorso 30 – 31 luglio ha come obiettivo quello di rompere l’assedio delle forze governative alla città di Aleppo il cui controllo, con il passare dei giorni, si va sempre più connotando di significati strategici per le sorti del conflitto
A cosa pensano, come vivono, cosa provano i kamikaze del Fronte al Nusra mentre si preparano all’ultima missione della propria vita? Hanno dubbi, rimpianti, rimorsi? A svelarlo è un documentario intitolato “Dugma: The Button”, girato in Siria, dall’altra parte del fronte. Quella occupata dagli aspiranti kamikaze di al Nusra.
I foreign fighter partiti per la Siria vengono rispediti in Europa dal servizio segreto dell'Isis. Con un obiettivo: "Colpire ovunque e seminare la guerra in Occidente"
Un reporter di al Jazeera ad Aleppo si commuove per le condizioni dei bambini che vivono nei quartieri controllati dai ribelli. Ma solo nelle ultime 48 ore sono stati 40 i civili uccisi negli attacchi lanciati dagli stessi ribelli contro i quartieri governativi
La tragedia del Mi-8 russo potrebbe degenerare in uno scontro diplomatico tra Russia e Stati Uniti se venisse confermato che ad abbattere il velivolo a rotore fosse stato un missile statunitense fornito all’opposizione moderata
Non basta l’orrore dei ribelli siriani. Dopo l’abbattimento dell’elicottero russo, anche ilgiornalista Mousa Al Omar, attivo sostenitore (da Londra) degli oppositori di Bashar Al Assad, ha voluto dire la sua con un tweet: “Se la pilota fosse rimasta viva sarebbero stati più felici”. Un tweet come tanti, se non fosse che Omar è una delle voci considerate tra le più autorevoli per i media occidentali