Massimo M. Veronese
A Gorky Park, semisepolti dal ghiaccio, ci sono tre corpi, sfigurati, con i polpastrelli abrasi, e un giovane ispettore che li guarda, mentre la neve che scende attraversa il suo sguardo. Arkady Renko lavora alla polizia criminale di Mosca e non è tipo che si ferma alle apparenze. Cè puzza di bruciato sotto la neve, basta scavare un po per trovare nascosta una storia strana che gli piace poco. E un paio di pattini che portano dritto a Irina Asanova, siberiana, ex dissidente, bellissima. Chissà cosa centra lei in tutto questo...
Ventanni dopo, sempre Mosca, più o meno Gorky Park, ma il film è finito, adesso siamo dalle parti della realtà. È un po di tempo che gli agenti segreti dellFsb, i nipotini del Kgb, tengono docchio il parco. Cè gente sospetta che cammina avanti e indietro, sempre la stessa, con le mani che si muovono quasi impercettibilmente nelle tasche. Stanno pochi secondi, davanti a una roccia, fanno finta di niente, poi spariscono nella nebbia. Cè puzza di bruciato sotto la neve, basta scavare un po per trovare nascosta una storia strana. E una pista che porta a Ludmila Alekseieva, ex dissidente, direttrice del Gruppo di Helsinki, unOng russa ostile al regime di Putin. Chissà lei cosa centra in tutto questo...
A dire la verità Mosca unidea ce lavrebbe pure. Ludmila e le altre associazioni non governative russe sarebbero spie dei servizi segreti occidentali, Cia, Mi6, Mossad. Usate per fomentare rivolte nelle ex repubbliche sovietiche. Per questo Putin ha firmato un provvedimento di legge che mette sotto stretto controllo il finanziamento e le attività delle ong. Ma cè una novità, la storia adesso si fa ingarbugliata. Un reportage esclusivo del canale tv Rossyia ha mostrato copia di documenti che proverebbero il pagamento di migliaia e migliaia di sterline al Gruppo Helsinki e al Fondo Eurasia. Documenti firmati da un diplomatico di nome Marc Doe. Non uno qualsiasi: nientemeno che il secondo segretario dell'ambasciata del Regno Unito a Mosca.
Ma non è finita qui. Gli agenti russi hanno «perquisito» la falsa roccia: allinterno cera nascosto un sofisticatissimo sistema elettronico di ricetrasmissione dati attraverso il quale si poteva incamerare rapporti top secret, dare istruzioni ad agenti doppiogiochisti e registrare messaggi, semplicemente camminando nel parco con in tasca un computerino palmare. Lo scambio dei dati era possibile fino a venti metri di distanza e prendeva pochissimi secondi. Una specie di Lector il decifratore universale inseguito dalla Spectre in 007, dalla Russia con amore. E dietro tutto questo quattro James Bond al servizio di Sua maestà britannica: Marc Doe, appunto, un certo Paul Crompton e due segretari-archivisti dellambasciata, Chris Peart e Andrew Fleming. Fleming, come il papà di 007. Tutti e tre sarebbero stati sorpresi e filmati in improbabili passeggiate nel parco e traditi da un cittadino russo che ha confessato di essere stato arruolato durante un viaggio di lavoro a Londra. Insomma i servizi segreti di Sua maestà britannica spiavano il Cremlino. Roba che non si vedeva dalla guerra fredda.
I tempi però sono cambiati. Così sono stati gli stessi agenti dellex Kgb a spedire tutto alla tv: «È la prima volta che abbiamo smascherato il coinvolgimento di agenti segreti stranieri nel finanziamento di Ong russe», ha gongolato il portavoce dell'Fsb, Sergei Ignacenko. E al diavolo il fatto che la Russia sia per il 2006 presidente di turno del G8 e quindi in teoria senza interesse alcuno a creare incidenti con il Regno Unito.
Reazioni: il Foreign office si è detto «preoccupato e sorpreso», ma non ha negato di avere finanziato delle Ong «in modo del tutto trasparente», Ludmila Alekseieva ha ammesso di aver preso soldi dall'ambasciata britannica ma ha definito l'operazione dell'Fsb «una provocazione per mettere sotto pressione le ong che difendono i diritti umani in Russia». Tony Blair ha preferito non commentare. Dicono che di questa storia non ne ha mai saputo niente. Ma sapete comè con James Bond. Mai dire mai...
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