
Macron abolisce la Pasquetta, o meglio lo fa il suo primo ministro François Bayrou, ma "le président" ci mette il sigillo perché definisce la manovra "audace e coraggiosa". Viene abolita anche la festività dell'8 maggio, anniversario della vittoria sulla Germania nazista e questo indigna le associazioni degli ex combattenti. Ma la notizia rilevante è un'altra: la Francia verserà il prossimo anno un contributo meno elevato del previsto all'Unione Europea, 5,7 miliardi di euro contro i 7,3 miliardi di euro stabiliti inizialmente. Lo conferma la stessa ministra francese per i Conti Pubblici, Amélie de Montchalin. Una delle nazioni più europeiste chiede lo sconto.
La presentazione di una manovra lacrime e sangue avviene a pochi giorni dal sorprendente annuncio del riarmo francese, 64 miliardi entro il 2027, un raddoppio del budget della difesa. Macron fa la tigre, appellativo che si meritò George Clemanceau, il capo del governo che guidò la Francia durante la Grande Guerra. E pensare che nel luglio del 2017, l'allora capo di Stato maggiore della difesa francese, il generale Pierre de Villiers, si dimise proprio in segno di protesta per un taglio di 850 milioni di euro alla difesa. Ora, i tempi sembrano essere cambiati e Macron chiede una grande innovazione tecnologica negli armamenti e l'ampliamento delle forze armate. Parla di minaccia russa e si propone come difensore dell'Europa intera.
In realtà, come scrive quasi quotidianamente la stampa francese, la Francia negli ultimi decenni non ha mai vissuto un periodo di crisi e caos interno così intenso. C'è un grande debito, che sfiora il 114 per cento del Pil, il terzo della zona euro, e il povero Bayrou deve trovare oltre 43 miliardi per tentare di contenere il deficit e per finanziare la grandeur militare di Macron, consapevole che ogni secondo, il debito della Francia aumenta di 5mila euro. I mercati hanno consacrato che i titoli pubblici italiani sono più affidabili di quelli francesi, un risultato per certi versi storico. Fra le decisioni impopolari c'è anche quella di non adeguare le pensioni. "Il prossimo anno perderemo tutti centinaia di euro", ha dichiarato la segretaria generale della CGT Sophie Binet. Il governo Bayrou non ha una maggioranza in Parlamento, ha subito la mozione di sfiducia dei socialisti sulla riforma delle pensioni e si è salvato solo grazie alla Le Pen. Per sopravvivere il premier è costretto a una politica dei due forni che, di fatto, paralizza ogni iniziativa per non parlare delle riforme. C'è da ipotizzare un "autunno caldo", definizione tanto in voga, in anni passati, in Italia. Un ritorno in piazza di tante categorie scontente: agricoltori, lavoratori dell'industria, insegnanti.
Intanto, Emmanuel Macron, per tentare una risalita nel gradimento dei francesi, gioca la carta della politica internazionale con un attivismo senza precedenti: missioni internazionali, a cominciare da un lungo viaggio in Asia, la telefonata con Putin, il tentativo di riesumare l'antico asse franco-tedesco.
Difficile capire se potrà funzionare, c'è stata una timidissima ripresa ma il suo consenso resta bassissimo. Il tema è fino a quando la Francia potrà reggere le sfide globali senza un governo stabile e senza una maggioranza parlamentare. L'ultima missione Macron l'ha fatta a Lourdes. E questa certamente è una buona idea.