da New Delhi
Oltre centomila persone, violando il coprifuoco imposto dal re nepalese Gyanendra, sono scese in piazza aderendo allinvito rivolto dai sette partiti dellopposizione a manifestare contro il regime. La polizia, che aveva avuto ordine dal re di sparare a vista, ha fatto fuoco sui manifestanti uccidendo tre persone e ferendone un centinaio. Bilancio degli scontri che durano oramai da oltre due settimane: 13 morti. Ma per oggi lalleanza dei partiti nepalesi ha organizzato unaltra manifestazione, chiamando a raccolta tutti i nepalesi e il re ha immediatamente risposto estendendo anche a oggi il coprifuoco.
Ma anche se la situazione è di estrema tensione, uno spiraglio sembra aprirsi. Secondo linviato speciale del governo indiano a Kathmandu, che ieri ha incontrato re Gyanendra, il monarca molto presto potrebbe fare un annuncio in grado di sbloccare limpasse. Karan Singh, inviato due giorni fa in Nepal dal primo ministro indiano con un messaggio per il re, solo ieri è riuscito a vederlo in un colloquio di unora, dopo aver incontrato i vertici dei partiti politici. Soddisfazione al suo ritorno a Delhi: Singh ha annunciato ai cronisti che il re nepalese è pronto a fare a breve un annuncio che metterà fine agli scontri di questi giorni.
LIndia già da tempo stava cercando di favorire una soluzione pacifica in Nepal e per tentare di porre fine agli scontri, secondo indiscrezioni, ha promesso maggiori aiuti e il ripristino delle forniture militari, bloccate dal primo febbraio del 2005 da quando, cioè, re Gyanendra aveva licenziato il governo e ha accentrato su di se tutto i poteri. Le manifestazioni di questi giorni non hanno precedenti nella storia del piccolo regno himalayano. Mai era successo che centinaia di migliaia di persone in ogni angolo del Paese scendessero per strada per «offrire il proprio sangue per la democrazia», violando il coprifuoco e sfidando le pallottole dellesercito.
A guidare la protesta, i leader dei sette partiti politici nepalesi che chiedono al re di ripristinare la democrazia, indire elezioni, restituire i diritti civili. Proprio la situazione dei diritti civili si sta facendo particolarmente difficile. Kieran Dwyer, portavoce dellufficio nepalese dellAlto commissariato dellOnu per i diritti civili, ha fatto sapere che osservatori dellalto commissariato non sono stati autorizzati a uscire dallufficio per monitorare la situazione.
Neanche ambasciatori e altri diplomatici di missioni estere sono stati autorizzati dal governo nepalese a uscire dagli uffici nemmeno sotto la scorta della polizia. Secondo lo stesso ufficio nepalese dellOnu, ci sarebbero altre vittime nel Paese, in aree remote dellEst a causa delle dimostrazioni, ma dei quali non si hanno notizie certe.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.