«A 12 anni ero al partito La Gelmini? Inadeguata»

RomaLorenzo Di Cicco, quanti anni hai?
«Diciassette».
Sei uno dei leader degli studenti di sinistra?
«Sono uno dei tanti ragazzi impegnati nel Pd, sono stato il più giovane candidato alle primarie».

Hai partecipato agli scontri?
«Per fortuna no. E ieri, per tutto il corteo non ci sono stati nuovi problemi».
Cosa è successo a Piazza Navona?
«Qualche teppista fascista, per ignoranza e per imbecillità ha dato prova delle sue doti gladiatorie».
La tua famiglia è politicizzata?
«Mio padre era di Democrazia proletaria, mia madre del Pci».
Come sei entrato in politica?
«Da ragazzino, a 12 anni, frequentando la sezione dell’Ulivo di via Monte Zebio, nel quartiere Mazzini. Però anche per un’altra via».
In che senso?
«Il mio fratello gemello è morto per un male incurabile: così ho iniziato un lavoro di volontariato negli ospedali».
Quanto ti impegni?
«Non meno di un giorno a settimana».
Hai mai impugnato un bastone?
«No, mai, sei pazzo?»
Gli autonomi però li hanno usati.
«Ci sono imbecilli in abbondanza, anche a sinistra».
Mussolini chi è per te?
«Un dittatore fascista. Uno che ha sottratto libertà all’Italia».
E Togliatti?
«Un grande statista italiano».
E Almirante, invece?
«Un leader politico che ha agito nella democrazia, ha ottenuto consensi, e ha portato avanti le battaglie politiche dei postfascisti».
E che pensi invece di Berlinguer?
«Insieme a De Gasperi, è a pieno titolo uno dei padri fondatori del Pd».
Sei ricco, benestante o povero?
«Una famiglia di classe media, mio padre ingegnere, mia madre lavora in una Onlus, I bambini per i bambini».
Cosa rimproveri alla Gelmini?
«Non mi pare per nulla competente. Basta dire che ha fatto l’esame di avvocato a Reggio Calabria, e non a Brescia, perché lì era più facile».
Ma della sua politica, invece?
«I tagli indiscriminati distruggono la scuola. Potrei farle una domanda ricordando i professori della scuola dell’ospedale dove faccio volontariato. Sono spaventati perché in teoria dovrebbero essere tagliati, e nessuno ancora gli ha detto il contrario. Sarebbe bello se leggendo questa intervista la Gelmini facesse qualcosa».
Uno scrittore che ami?
«Il D’Annunzio di Alcyone. Sottovalutato, un classico».
Un personaggio della storia?
«Direi Gobetti. Per il coraggio con cui si è opposto al fascismo. Perché era disposto a pagare con la vita il suo dissenso e lo ha fatto. Però...».
Cosa?
«Posso aggiungere Biagi? Un maestro: ha detto una frase bellissima: “Essere di sinistra vuol dire mettere al centro chi è rimasto indietro”»
Il tuo film preferito?
«Tutti a casa di Comencini. È un grande film sulla tragedia italiana».
Cosa pensi di Berlusconi?
«È un importante imprenditore del nostro Paese, che però non ha ancora chiarito se alcuni aspetti della sua carriera siano stati legali o illegali. Per via dell’immunità non lo farà presto».
Di Veltroni, invece?
«Condivido il suo percorso politico. E ho avuto modo di verificare che sta vicino alle persone che hanno bisogno di aiuto anche quando le telecamere sono spente».
E di Fini?
«Lo stimavo di più prima dell’ingresso nel Pdl. Ma non posso non apprezzare il coraggio della sua svolta antifascista».
Lo slogan della vostra manifestazione?
«Siamo tutti antifascisti».
Potresti sfilare con uno di destra?
«L’ho già fatto. Ovviamente sì».
Preferisci il pubblico o il privato?
«Entrambi. A seconda dei casi».
Sei violento o non violento?
«Non violento, ovviamente».
Pensi che la tua scuola ti possa far diventare più ricco?
«Mi auguro che possa aiutare tutti ad avere una lavoro più dignitoso.

E che aiuti anche i più meritevoli ad arrivare ai massimi livelli. Ma io non ho ambizioni economiche particolari».
Sei riformista o rivoluzionario?
«Riformista, ovviamente. Le riforme sono la via moderata e realista per arrivare a un obiettivo».

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