Dietro quella saracinesca cè un gioiello del liberty. Dimenticato dal tempo. Quattordici anni e più off limits, da quando lalbergo Diurno Venezia è stato chiuso. È a due passi dal mezzanino della metropolitana di Porta Venezia. Anche se con ritardo, la Provincia di Milano fa sapere di essere «pronta a fare la sua parte per recuperarlo».
Impegno che Filippo Penati mette nero su bianco in una lettera indirizzata a Letizia Moratti. Decisione presa dal presidente della Provincia, dopo che il tema del riutilizzo del Diurno era stato (ri)lanciato sul Giornale da Maurizio Cadeo. Lassessore al Decoro urbano di Palazzo Marino reclamava «idee chiare» da parte dellamministrazione provinciale che, dopo aver speso anni di ipotesi e di progetti di riqualificazione nel restauro del Diurno, aveva fatto sapere di non essere più interessata alla riqualificazione di quel bene monumentale.
E Penati interviene, con un mea culpa sul «recupero dellex Diurno» che «si sta trascinando da anni senza approdare a risultati concreti». Ma anche con una richiesta concreta: sbloccare la convenzione siglata tra Comune-Provincia per accelerare la riqualificazione della struttura. Per recuperare quel gioiello del liberty e farne un polo culturale, la Provincia aveva proposto al Comune di stipulare una convenzione di comodato duso (per un periodo di 25-30 anni, ndr) con cui dare avvio alla ristrutturazione degli spazi sotterranei (poco meno di duemila metri quadri) e in superficie. «La Provincia è pronta a fare la sua parte per restituire ai cittadini un pezzo della storia di Milano, ma la convenzione non è ancora stata firmata» rimarca il presidente.
Cè però, sottolinea Penati, una condizione da rispettare: «I termini di decorrenza della convenzione devono partire non dal momento della firma dellatto bensì dal momento in cui ci viene consegnato il bene libero dalle servitù commerciali dei chioschi che ora occupano la superficie». Come dire: la Provincia chiede che gli spazi sopra il Diurno in piazza Oberdan - seicento metri quadrati - siano liberati dalle edicole, dai chioschi e dalle bancarelle che potrebbero presentare ricorsi su ricorsi al Tar. Conditio che gli uffici del Demanio comunale «non comprendono»: «La convenzione tra Comune e Provincia riguarda solo gli spazi sottostanti il suolo».
Dettaglio non da poco, che Palazzo Marino assicura di poter «risolvere» nel giro di un paio di settimane. «Chiarezza che consentirà alla Provincia di poter utilizzare, come deciso insieme al Comune una parte dei fondi - tre milioni di euro - dellautostrada ex Serenissima al recupero del Diurno» dichiara Penati.
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