Claudio Pompei
Solo lesame delle scatole nere fornirà le prime indicazioni certe sulle cause dellincidente avvenuto martedì scorso nella stazione della metropolitana Vittorio Emanuele, ma nel frattempo si susseguono le ipotesi che gli inquirenti dovranno prendere in esame anche in vista delle consulenze tecniche disposte. Una di queste potrebbe riguardare la completa compatibilità dei nuovi treni Caf di fabbricazione spagnola e alcuni tratti della rete ferroviaria del sottosuolo. In particolare, uno dei quesiti che gli inquirenti potrebbero sottoporre allattenzione degli esperti, fa riferimento al tratto immediatamente precedente allingresso nella stazione Vittorio Emanuele (caratterizzata da una curva a gomito che limita la visibilità) e i tempi di reazione del sistema frenante del nuovo treno. Il primo punto da stabilire, comunque, rimane la velocità del convoglio «311» al momento dellimpatto. Ossia se fosse stata di circa 15 chilometri orari, come imposto dal passaggio con un segnale di «rosso permissivo», o superiore. Nel primo caso, secondo quanto riferito dai tecnici, è il macchinista a governare la motrice in presenza di un ostacolo, mentre nel caso di superamento del limite è prevista lentrata in funzione del blocco automatico del treno.
Cè già, comunque, chi trae le prime conclusioni, seppur nascondendosi dietro lanonimato. «Il treno che ha tamponato - spiega un tecnico del settore ferroviario - non poteva andare a una velocità inferiore a 40 chilometri orari. E questo verrà fuori dallesame delle scatole nere. La mia tesi - aggiunge - trova conforto nei pareri di numerosi esperti di sinistri ferroviari con i quali ho avuto modo di confrontarmi».
A proposito, poi, della rete elettrica di alimentazione dei convogli, lo stesso tecnico sostiene che «di sbalzi di tensione sulla linea A se ne verificano tanti tutti i giorni. Anche martedì, il giorno dellincidente, ce ne furono alcuni. Dico di più - aggiunge - sulla linea A si verificano più sbalzi da quando ci sono i Caf, cioè i treni nuovi, perché questi consumano molto di più. Hanno laria condizionata che assorbe molta energia. E gli sbalzi si ripercuotono inevitabilmente anche sui macchinisti, se ad esempio al momento dello sbalzo stanno effettuando una frenata. Ma anche sugli apparati del treno, come i gruppi statici o gli inverter, che si deteriorano prima di quello che sarebbe normale».
Un altro serio dubbio è quello che solleva il direttore regionale dei trasporti e presidente della commissione di accertamento formale tecnico-amministrativo dellincidente della Metropolitana A, Alessandro DArmini: «Durante lanalisi delle carte in nostro possesso relative al treno che ha tamponato, denominato con il numero 311 - spiega - abbiamo constatato che dagli atti risulterebbe che limmissione in servizio del convoglio ha avuto un ritardo rispetto allimmissione degli altri treni». «La società Met.ro. - continua DArmini - ha attribuito al convoglio il numero 6 per limmissione in servizio. Teoricamente il treno avrebbe dovuto quindi cominciare a operare dopo il numero 5, entrato in servizio nel giugno 2005 e prima del numero 7, entrato in servizio nellagosto dello stesso anno. Invece dai documenti emerge che il convoglio numero 6 ha iniziato la sua attività solo nel luglio del 2006. Perché un anno di ritardo? Cosa è successo?». D'Armini spiega anche che lautorizzazione allimmissione in servizio, responsabilità della Regione Lazio, «agli atti è risultata regolare, in quanto positive sono state le verifiche ed i controlli effettuati sulla sicurezza del mezzo». La prima riunione della commissione si è conclusa quindi con una nota che, attraverso la direzione dei trasporti della Regione, chiede alla società Met.ro. «tutti i documenti di verifica del treno che ha tamponato, ma soprattutto - conclude DArmini - chiarimenti in merito al perché limmissione del treno non è avvenuta secondo la tempistica cadenzata».
Sul fronte giudiziario, gli accertamenti cominceranno non prima della prossima settimana. La procura sta ultimando le notifiche - alle oltre 200 parti lese - del provvedimento con il quale vengono informate della possibilità di nominare dei propri consulenti per essere rappresentati durante gli esami disposti dallautorità giudiziaria per fare luce sulla cause dellincidente che ha causato la morte di Alessandra Lisi.
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