Fabrizio Graffione
Dai ricorsi contro le multe ingiuste, alla difesa dei cittadini per i soprusi delle istituzioni, ai controlli degli impianti termici degli alloggi, ai fermi amministrativi delle vetture. Lo scorso anno le istanze presentate al difensore civico della Provincia di Genova sono state 330 rispetto alle 256 del 2004. Un incremento del 32 per cento. Lo si legge nella relazione presentata ieri da Pietro Gambolato. Un «boom» per i difensori civici anche di Comune e Regione, schieratisi a favore dei cittadini sul caso delle cartelle pazze di Gestline, che ha registrato, nei primi due mesi dell'anno, il raddoppio delle pratiche aperte, da 43 nel gennaio e febbraio 2005 a 88 nel gennaio e febbraio 2006.
«I cittadini si rivolgono a noi quando non sanno dove sbattere la testa - spiega Gambolato - e spesso sono soddisfatti del nostro lavoro. Il 55 per cento delle pratiche va a buon fine, nel 25 per cento è stata possibile una mediazione con gli enti pubblici e privati, solo nella restante percentuale non si è potuto intervenire. Le osservazioni ricevute dal nostro ufficio a tutela del cittadino riguardano molti campi, ma i principali sono relativi alla formazione professionale, ai controlli su impianti termici degli alloggi, al recupero crediti da parte del concessionario Gestline».
Il difensore civico ieri ha illustrato anche alcuni esempi di «soprusi» da parte delle amministrazioni ed enti. In una coppia non giovanissima il marito è disoccupato e l'unica fonte di reddito è il lavoro della moglie. Abitando fuori Genova risulta indispensabile l'auto, unico bene intestato, per raggiungere il posto di lavoro. Tuttavia, a seguito di cartella di pagamento non pagata per evidenti ragioni di difficoltà economica, è stato disposto dal concessionario per la riscossione il fermo dell'auto, rendendo così difficile per la moglie il regoare raggiungimento del luogo di lavoro, e conseguentemente anche la possibilità di provvedere al pagamento di quanto dovuto, oltre alle normali spese famigliari.
Un altro esempio riguarda una coppia sposata, con figlio di sette anni. Il marito, ex tossicodipendente, uscito dalla droga dopo una permanenza in comunità, riceve un'ingiunzione di pagamento per alcune infrazioni. La moglie lavora saltuariamente. Una situazione difficile, resa insostenibile dal sopraggiungere dell'ingiunzione di pagamento di 8mila euro e dallo sfratto per morosità. La decisione di trattenere un quinto dello stipendio di 800 euro ha determinato il crollo di una situazione già in precario equilibrio.
Poi il caso di un automobilista che, per un mero errore materiale, ha pagato due multe indicando un importo di 133,75 euro ciascuna anzichè di 137,55 euro.
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