9 a Schumacher e 4 alla Ferrari. In gara, comunque, superbo. Perfetto come sempre, stavolta iellato come mai. Il motore non doveva tradirlo. Questo mondiale si meritava duello vero fino a San Paolo.
9 ad Alonso e alla Renault. Fernando parla troppo. Ma, diavolo, come guida. El campeon è lunico, con Raikkonen, capace di garantire, nella formula 1 un po robot di questi anni, sorpassi modello «vecchi tempi». Più belli ancora, come quelli al via su Trulli e, poco dopo, su Ralf Schumacher, perché fatti con un mondiale in palio e un fratello darte bisbetico e indecifrabile da passare. Un fratello, ammettiamolo, pronto a fare lennesimo favore al consaguineo rosso vestito e più titolato. Fernando aveva tutto da perdere.
7 a Fisichella e alla Renault. Il terzo posto finale vale una vittoria: correre con la pena nel cuore per lamico fraterno appena scomparso deve essere stato un incubo. E le lacrime sul podio valgono un abbraccio. E grande.
6,5 a Massa e alla Ferrari. Sabato, grande pole, ieri grande iella. Doveva difendere il compagno, lha fatto fino a che ha potuto: cioè fin quando una gomma non si è bucata e il set successivo non gli ha portato in dote mille truccioli gommosi e traditori.
6 a Raikkonen e alla McLaren. Se Raikkonen arriva 5° con Schumi ritirato, vuol dire che la macchina è da 15° posto e il resto ce lha messo il finlandese. Però a molti ora sorge un dubbio supremo: e se la McLaren non fosse cresciuta per evidenti limiti di Kimi nel ruolo di collaudatore? La Rossa ci sta pensando da tempo, ma ieri aveva ben altro su cui riflettere.
0 ai commissari di pista. Per togliere un semiasse tranciato in piena curva hanno impiegato tre giri. Un semiasse, non un pezzo di carta velina.
10 ad Albers, 0 alla Spyker. Il semiasse era il suo. La casa ha due gravi colpe.
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