Analizziamo qui il caso di un meccanico di 50 anni titolare della propria autorimessa che può però contare solamente su 15 anni di contributi versati. Il suo reddito dovrebbe incrementarsi in linea con il tasso di inflazione, maggiorato di una modesta percentuale allanno (1%). Con queste prospettive la sua pensione di vecchiaia maturata nel luglio 2025 con 31 anni di contributi totali versati, dovrebbe ammontare a 16.500 euro, pari al 34,4% dellultimo reddito annuo stimato. Tenendo conto della sua alta «scopertura» previdenziale e soprattutto dei 16 anni di attività lavorativa restanti, il meccanico di questo esempio potrebbe indirizzarsi, per alimentare il suo fondo pensione integrativo, su una linea bilanciata prudente; un comparto cioè che investe fino a un massimo del 30-35% del portafoglio in Borsa (in media si attesta al 20-25%). Tale scelta dovrebbe riuscire a coniugare lesigenza del lavoratore di ottenere un rendimento perlomeno lievemente superiore a quello prospettato da una linea obbligazionaria senza per contro esporlo a rischi eccessivi.
Una volta deciso, la linea bilanciata prudente dovrebbe essere mantenuta per i prossimi 10 anni di attività lavorativa: un periodo che dovrebbe essere sufficiente a questo tipo di prodotto per esprimere un rendimento superiore a quello conseguibile con una linea garantita su cui, invece, dovrebbe ripiegare il meccanico per gli ultimi 5-6 anni di attività. Se il meccanico qui preso in esame opta per la linea bilanciata prudente, versando 7mila euro allanno (pari al 23,3% del suo reddito iniziale ovvero al 13,5% dellultimo reddito stimato), dovrebbe essere in grado di accantonare una pensione integrativa capace di assicurargli una rendita netta rivalutata di 7.800 euro: sommando questo importo alla pensione di vecchiaia (16.500 euro) si raggiungerebbero i 24.300 euro, pari cioè al 50,9% dellultimo reddito prima della pensione.
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