Alpini, donne, bambini, mutilatini e reduci di guerra. Rappresentanti delle istituzioni cittadine e del governo. Ci sono tutti alla solenne cerimonia in piazza del Duomo per la beatificazione di don Carlo Gnocchi. Cinquantamila fedeli, di cui 15mila penne nere, arrivati da ogni parte dItalia e dallestero per rendere omaggio al loro «padre» e sacerdote. A colui che agli ultimi ha dedicato una vita intera, alleroe che si è arruolato come cappellano volontario prima per il fronte greco-albanese poi con gli alpini nella campagna di Russia. Larcivescovo Dionigi Tettamanzi celebra la messa e nellomelia ricorda la carità di don Gnocchi come unica via di salvezza per il mondo intero. Il sindaco Moratti parla di lui come di un esempio straordinario di una solidarietà senza limiti. Arriva il momento della beatificazione e Monsignor Angelo Amato, rappresentante del Pontefice Benedetto XVI proclama ufficialmente beato il «Venerabile Servo di Dio», lo stendardo appeso alla facciata della cattedrale viene scoperto e alla vista del viso sorridente di don Gnocchi, la folla dei fedeli lo saluta con un lungo applauso. Lurna con il corpo è sul sagrato della cattedrale, una teca di 500 chili avvolta allinizio della cerimonia in un drappo bianco. Saranno gli alpini a portarla a spalla in processione, scandendo il passo militare e intonando il canto della loro tradizione.
Di fronte a 15mila penne nere che si alzano in piedi e con le lacrime agli occhi salutano ancora una volta il loro eroe. Mentre il pontefice da Roma rende omaggio a questo giorno di festa durante la celebrazione dellAngelus e fa suo il motto del beato milanese: «Accanto alla vita, sempre».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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